STOCCOLMA – ”E’ in gioco la credibilità non solo mia, ma del Congresso e dell’America”. Il presidente americano, Barack Obama, giunto a Stoccolma, pre-tappa prima di raggiungere Sanpietroburgo per il G20 di giovedì e venerdì, lancia un appello alla comunità internazionale: “Il mondo non resti in silenzio. Non si può tacere dinanzi alla barbarie“. E sottolinea: ”Non ho fissato io la linea rossa sull’uso delle armi chimiche, ma è stata la comunità internazionale”. Ma il suo omologo russo, Vladimir Putin, attacca: “Dal Congresso Usa, menzogne”. E lancia un avvertimento all’Occidente: “Non ci sono prove sicure. Nessun intervento senza il sì dell’Onu”.
Il duello tra i due grandi della terra si consuma alla vigilia del G20 di Sanpietroburgo. Usa versus Russia e per un attimo un brivido da guerra fredda corre lungo la schiena. Da un lato Obama torna a ribadire con forza l’esistenza di prove sull’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco: “Assad è un criminale, bisogna intervenire subito. Abbiamo la certezza che c’è stato l’uso di gas e Assad ne è stata la fonte”. Dall’altro Vladimir Putin accusa i politici Usa di mentire nel dibattito sulla Siria al Congresso. ”Ora stanno discutendo se autorizzare l’uso della forza” senza avallo Onu, ha detto in un incontro a Mosca. ”Ma è un assoluto insulto al buon senso. In sostanza il Senato americano si occupa di legittimare un’aggressione”, ha aggiunto.
Il riferimento è al primo accordo raggiunto nella commissione del Senato statunitense sulla bozza di risoluzione che autorizza l’intervento militare in Siria. L’intesa raggiunta dai leader della commissione Affari esteri prevede tra l’altro un limite di 60 giorni per l’operazione, con la possibilità di una sola proroga di altri 30 giorni previa approvazione da parte del Congresso. E’ inoltre esplicitamente escluso l’uso di forze di terra. Il testo sarà sottoposto ora al voto della commissione. Se sarà approvato, come appare probabile, passerà all’esame dell’aula dal 9 settembre, giorno in cui i lavori parlamentari riprenderanno dopo la pausa estiva.
”Occorre una risposta efficace” alla barbarie dell’attacco chimico siriano. Obama torna a ribadire quanto detto al Congresso Usa: ”Crediamo con grande forza che c’è stato un attacco chimico e che Assad ne sia stata la fonte”. Poi assicura: “Non ripeteremo l’errore dell’Iraq”.”Credo nella pace, ma viviamo in un mondo pieno di violenze, e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità – ha detto Obama – Ho fatto ogni sforzo per promuovere la diplomazia come soluzione del problema – ha aggiunto – ma quando vedo 400 bambini uccisi dai gas vedo violata l’umanità. E sfortunatamente – ha ammesso – a volte le decisioni non sono quelle che uno vorrebbe prendere”.
Il governo siriano intanto si dice pronto a resistere anche di fronte allo spettro di ”una terza mondiale”. “Non ci piegheremo nemmeno se ci fosse la terza guerra mondiale”, ha detto il viceministro degli Esteri, Faysal Moqdad, citato dall’Afp. Il regime siriano intende mobilitare i suoi alleati (come Russia o Iran) per far fronte a un attacco franco-americano contro Damasco, ha affermato Moqdad. “Gli Usa e i loro alleati stanno mobilitando i loro alleati in vista di un’aggressione. Penso, da parte mia, che la Siria abbia tutto il diritto di mobilitare i suoi alleati e che questi offriranno ogni tipo di sostegno”, ha proseguito dicendosi convinto che la posizione di Mosca sulla Siria resta “immutata”.
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