Il terrore in Siria. Esperto indica i gas che potrebbero essere stati usati

Deposito di armi chimiche
Deposito di armi chimiche

WASHINGTON, STATI UNITI – Dal sarin al fosforo bianco sono diversi i gas che potrebbero essere stati usati in Siria durante la guerra civile in corso. Lo afferma Charles Blair, esperto antiterrorismo della George Mason University, sul sito del Bulletin of Atomic Scientist. La Siria – assieme a Corea del Nord, Angola, Egitto e Somalia – è tra i Paesi che non hanno siglato nel 1993 la convenzione contro le armi chimiche, mentre Israele e Birmania l’hanno firmata ma non ratificata.

Tra i principali agenti chimici che potrebbero essere stati usati ci sono i gas a base di cloro, che secondo l’opposizione sarebbero stati usati il 19 marzo scorso nel villaggio settentrionale di Khan al-Assal. ”Gli effetti riportati – spiega l’esperto – sono però compatibili anche con quelli causati dal propellente inesploso di un razzo Scud”. Altre informazioni, di fonti però giudicate ‘dubbie’, parlano dell’utilizzo del Chinoclinidil benzilato, o Bz, lo stesso gas delle ‘finte prove’ prodotte dagli Usa nei confronti dell’Iraq, ma anche in questo caso gli effetti descritti non sono compatibili con questa sostanza.

Largamente usati invece sono i gas lacrimogeni contrassegnati con Cs e Cn (rispettivamente Clorobenzilidin malononitrile e cloroacetofenone), il primo non letale mentre il secondo molto più tossico. ”Nel mondo si è abbandonato il Cn a favore del Cs – spiega Blair – ma qualche Paese usa ancora il più tossico, e fra questi c’è la Siria”. Fonti governative e ribelli si sono invece accusati reciprocamente di aver utilizzato il fosforo bianco (Wp), un agente incendiario capace di penetrare la pelle e raggiungere gli organi interni. Nonostante le potenzialità, e il suo uso documentato ad esempio da parte degli Usa a Fallujah o di Israele nel conflitto palestinese, questa sostanza non è classificata come arma chimica.

Secondo l’opposizione siriana sarebbe stata usata a Homs per due volte, mentre ci sono forti sospetti su un suo utilizzo da parte del Free Syrian Army di opposizione. L’agente tossico su cui si appuntano però le maggiori attenzioni della comunità internazionale è il Sarin, che sarebbe il responsabile della strage dello scorso 21 agosto. ”Le prove definitive però ancora non ci sono – afferma l’esperto – i tessuti umani che proverebbero il suo uso potrebbero essere stati manomessi, mentre foto e video sono giudicati da molti esperti non sufficienti a fugare i dubbi”.

Proprio il Sarin è l’agente principale che stanno cercando gli inviati dell’Onu, spiega Blair a Scientific American, anche se le analisi saranno in grado di scoprire oltre 2000 diverse sostanze. ”Gli ispettori prenderanno dei campioni e li divideranno in otto parti – spiega – due verranno analizzate subito e due in laboratorio. Ogni campione è pesato prima e dopo la spedizione per essere sicuri che non sia manomesso”. Più che in atmosfera, dove ormai le tracce si sono disperse, è a terra che si concentrano le ricerche. ”Se è stato Sarin ci sono 29 settimane prima che le tracce scompaiano – spiega Blair – e i prodotti di degradazione sono trattenuti dal terreno”.

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