ROMA – “L’azione militare della Russia in Siria preoccupa la Nato” non solo per le violazioni dello spazio aereo turco, ma “anche perché” gli aerei russi “non attaccano l’Isis ma i gruppi dell’opposizione che combattono l’Isis ed anche i civili”: lo dice il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg. E intanto arriva la notizia che alcuni caccia russi hanno bombardato il sito archeologico di Palmira, già gravemente danneggiato dall’Isis al momento della conquista.
Secondo quanto riporta la tv siriana le bombe russe avrebbero distrutto 20 veicoli e 3 depositi di munizioni. Nella provincia di Aleppo, poi, i caccia russi hanno colpito le città di Al-Bab e Deir Hafer, 20 chilometri a est dell’aeroporto militare sotto assedio da parte dell’Isis.
Russia: Nato fa propaganda. La violazione dello spazio aereo turco da parte della Russia è “un incidente” che “è stato usato per includere la Nato come organizzazione nella campagna di informazione scatenata in Occidente che travisa e stravolge gli scopi dell’operazione condotta dalle forze aeree e spaziali russe in Siria”. Lo ha detto il rappresentante russo presso l’Alleanza atlantica, Alexander Grushko. Lo riporta l’agenzia Tass
Violazione dello spazio aereo turco. Un aereo militare russo aveva violato una seconda volta in due giorni lo spazio aereo della Turchia dall’inizio dei bombardamenti di Mosca in Siria. L’episodio è accaduto domenica. Lo ha riferito il ministero degli Esteri turco, comunicando anche di aver convocato di nuovo l’ambasciatore russo ad Ankara per protestare contro l’episodio. Una prima violazione era avvenuta sabato notte, Mosca ha parlato di un “errore” dovuto a “condizioni meteo sfavorevoli”.
Ankara: con raid russi rischio 1 milione di profughi. I raid russi in Siria rischiano di spingere verso la Turchia oltre un milione di nuovi profughi. A lanciare l’allarme è il vicepremier di Ankara, Numan Kurtulmus, esprimendo preoccupazione per l’instabilità causata dai bombardamenti in zone densamente popolate.
“L’ovest della Siria è la zona con la più alta popolazione: Damasco, Homs, Hama, Aleppo e Latakia. Al momento c’è un equilibrio, una guerra civile multilaterale. Ogni intervento aggiuntivo, e in particolare i bombardamenti russi alle postazioni dei dissidenti moderati, rafforzeranno il regime” che “aumenterà la repressione e gli attacchi”, avvisa il vicepremier turco. Secondo le stime di Ankara, “nuovi cambi negli equilibri in queste città porteranno a un afflusso in Turchia di centinaia di migliaia di persone, forse più di un milione”.