WASHINGTON, 10 SET – Barack Obama chiederà comunque al Congresso Usa di autorizzare un attacco contro la Siria, nonostante il governo siriano abbia accettato di consegnare le proprie armi chimiche all’Onu.
Il presidente Usa Barack Obama, nel discorso di stasera (10 settembre) alla nazione, chiederà al Congresso di autorizzare l’uso della forza contro il
regime siriano in attesa degli sviluppi sul dossier delle armi chimiche. Lo ha reso noto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.
Potrebbe essere una mossa di Obama per dire alla Siria e al mondo che – se lui deciderà di bombardare Damasco – tutti gli americani, rappresentati dai deputati del Congresso, sono con lui.
Insomma non è un radicale cambio di rotta rispetto alla strategia prudente tenuta da Obama. Chiedere l’ok al parlamento statunitense non significa poi automaticamente attaccare, una volta ottenuto l’ok. Significa mostrare i muscoli e continuare a mettere sotto pressione la Siria.
Interpretazione confermata dalle successive parole del portavoce Carney, che ha ribadito come la proposta russa per il controllo delle armi chimiche in mano al regime di Assad “è uno sviluppo potenzialmente positivo, un chiaro risultato della pressione che è stata esercitata sulla Siria”. Ora, ha detto lo speaker di Obama, gli Stati Uniti vogliono verificare se si tratti di una proposta seria.
Pochi minuti prima la tv di Stato siriana aveva trasmesso le parole del premier Wael al-Halqi, che ha ribadito il sì di Damasco alla proposta di Lavrov sulla consegna della armi chimiche, spiegando che si tratta di “risparmiare il sangue” del popolo siriano.