Teatri e cinema barricati, il mondo dello spettacolo in sciopero contro i tagli: “Se si va avanti così sarà la paralisi di tutto il settore”

“La prima cosa che va fermata è la legge 122-2010, che è stata già approvata, e che prevede che non solo i teatri, ma anche i musei e gli enti della cultura in generale, non potranno investire più del 20% del budget 2009. Ovvero, prevede un taglio generale dell’80% agli investimenti in cultura. Se questa legge non viene cancellata subito sarà la paralisi totale di tutto il settore”. A dirlo sono tre illustri rappresentanti del teatro italiano, a margine dello sciopero dello spettacolo in corso al cinema Adriano di Roma, Piero Maccarinelli, Andrea Giordana e Massimo Monaci, direttore del teatro Eliseo, che questa sera attuerà un suo sciopero sospendendo la ‘Clara Schumann’ con Giuliana Lojodice.

Saranno chiuse le sale da concerto, i cinema, i circhi, i teatri, che cancellano le prove, e i set cinematografici. L’appuntamento è al cinema Adriano a Roma per un’assemblea. Al Carlo Felice di Genova, invece, Zubin Mehta terrà un concerto a sostegno del teatro e dello sciopero. A Milano alla Camera del Lavoro parleranno, tra gli altri, il sovrintendente della Scala Stephane Lissner e il direttore del Piccolo Sergio Escobar.

”Trovo curioso per il settore spettacolo – dice Monaci – scioperare in un giorno generalmente di riposo come il lunedì. Mi auguro che ci sia una più forte e significativa partecipazione del comparto spettacolo dal vivo, che in queste circostanze è un po’ latitante. Spero non sia perché troppo coinvolto dalla politica”.

Mentre Maccarinelli e Giordana sottolineano il problema della delocalizzazione all’estero delle produzioni tv italiane e, numeri alla mano, ricordano che la categoria attori è quella che nel 2008 ha più dichiarato in tasse e quindi fatto rientrare più soldi nelle casse dello Stato, a fronte di nessun reinvestimento nel settore, Monaci ricorda: ”Bondi e Letta hanno promesso che il Fus sarà reintegrato e il tax-credit e il tax-shelter rinnovati, ma in finanziaria non c’è traccia di tutto ciò. Allora dicono cose false”. Se è così, conclude Maccarinelli, ”il ministro dichiarasse fallimento e desse le sue dimissioni. Moralmente lo dovrebbe fare”.

Un grande gesto cinematografico di quasi quattro metri, ispirato alle statue dell’antica Roma, posto al centro dell’atrio del cinema Adriano, è la rappresentazione dell’adesione alla protesta anche dei lavoratori di Cinecittà. Alcuni addetti dei laboratori De Angelis, storici realizzatori negli studi romani di statue per i film, l’hanno portata stamattina, per attirare l’attenzione sulla protesta contro il piano per il rinnova dei Cinecittà Studios. La protesta era racconta anche da un grande ciak su cui era scritto ‘Abete la Dolcevita è diventata amara, non ce toccà Cinecittà’.

La replica di Bondi. ”Non posso non comprendere le ragioni della protesta del mondo dello spettacolo che, nonostante certe strumentalizzazioni politiche, pongono problemi reali”: lo ha detto il ministro dei beni culturali Sandro Bondi commentando lo sciopero generale del settore indetto oggi dai sindacati confederali.

”Ribadisco il mio impegno – ha aggiunto – a ottenere la proroga degli incentivi fiscali a favore del cinema, una misura liberale che senza gravare sulle casse dell’erario ha un effetto positivo per lo sviluppo dell’economia, e di un necessario reintegro del fondo unico per lo spettacolo per non scendere al di sotto degli attuali livelli, già insufficienti, dell’offerta culturale”. ”Spero che l’allarme lanciato oggi dal mondo dello spettacolo aiuti a trovare entro l’anno – ha concluso – un soluzione positiva, che consenta di programmare i calendari del prossimo anno”.

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