Steve Bannon: Salvini era Little Trump, abbracciava Meloni, in Rai celebrava sovranismo

Steve Bannon, questo conosciuto. Un ospite frequente, quasi fisso, del dibattito pubblico italiano.

Steve Bannon, una voce riconosciuta e ricercata. Un maestro acclarato di sovranismo, di cui si cercava il parere, l’assenso, la benedizione, l’imprimatur. L’ineffabile cronaca politica italiana gli aveva riconosciuto il rango di guru, praticamente in ogni titolo ed articolo. Ora che il guru scivola in manette verso la condizione di magliaro…

STEVE BANNON GURU SOVRANISTA

Ora sarebbe il caso di ricordare le decine e decine di interviste italiane a Bannon che spiegava la sua strategia per la ineluttabile vittoria del sovranismo in Europa e ricordare come nessuno gli negasse cattedra e rango di pensatore lungimirante e profondo. Interviste abbastanza in ginocchio sulla carta stampata ma autentico corso di lezioni di sovranismo tenuto a più riprese nella Rai sovranista. Steve Bannon che fino a ieri e a lungo ha goduto in Italia di deferenza diffusa.

BANNON DISTRIBUIVA TITOLI E PATENTI

Bannon in Italia ha distribuito titoli e patenti di sovranismo e di idoneità politica e di governo. E i beneficiari ne erano orgogliosi. Steve Bannon che ha pubblicamente omaggiato Matteo Salvini niente meno che del titolo di “Little Trump”. Quale maggiore onorificenza sovranista? 

Steve Bannon che con Giorgia Meloni ha intessuto pubblica tela di amorosi sensi politici. Giorgia Meloni insignita dell’expertice di sovranista a tutti carati, parila di bianco, statunitense, suprematista anziché no.

La fascinazione dei sovranisti italiani verso Bannon aveva una spiegazione semplice: con Bannon si vince. Bannon passava come lo stratega della vittoria di Trump, quindi, se lo dice lui…

L’ABBAZIA SOVRANISTA

I sovranisti italiani si sentirono perfino onorati e omaggiati dal progetto Bannon di realizzare in Italia una sorta di Accademia superiore della politica reazionaria (questo era il progetto: reazione ad ogni forma di modernismo e modernità). La storia dell’Abbazia lasciava intravedere una certa disinvoltura nella conduzione degli affari materiali, ma si era disposti a sorvolare: un Guru è un Guru.

I DOLLARI PER IL MURO IN TASCA

Poi in America a Steve Bannon hanno messo le manette con l’accusa di essersi fregato i soldi. Sì, proprio i soldi. Raccontava il Guru agli americani che dovevano difendersi dall’invasione straniera, che dovevano conservare il sangue puro e la terra intatta, che dovevano costruire il muro barriera con il Messico per evitare di essere contaminati, invitava gli americani a sottoscrivere. In dollari, per costruire il muro. Ma quei dollari Guru Bannon se li metteva in tasca, questa l’accusa e per questo le manette. Gratta gratta il “prima noi” sovranista e molto spesso ci trovi il “prima io”. E non per caso.

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