Svizzera-palestinesi, quel patto segreto nel 1970…

di Edoardo Greco
Pubblicato il 3 Febbraio 2016 - 07:48 OLTRE 6 MESI FA
"Schweizer Terror-Jahre", "Gli anni del terrorismo in Svizzera" del giornalista Marcel Gyr

“Schweizer Terror-Jahre”, “Gli anni del terrorismo in Svizzera” del giornalista Marcel Gyr

GINEVRA – Monta la polemica in Svizzera: un libro rivela che nel 1970 il governo elvetico aveva siglato un patto segreto con l’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) di Arafat: gli svizzeri avrebbero offerto supporto diplomatico ai palestinesi, che all’epoca compivano numerosi attentati terroristici in Europa, e in cambio l’Olp avrebbe garantito di non fare più attacchi, blitz o attentati in Svizzera. Si trattava insomma di un patto fra uno Stato e un’organizzazione terroristica, un accordo segreto anti-attentati come si dice abbia fatto con gli stessi palestinesi anche l’Italia ai tempi di Aldo Moro e Andreotti.

Il patto risale a quasi 50 anni fa ed è venuto fuori dopo la pubblicazione del libro “Schweizer Terrorjahre” (alla lettera “Gli anni del terrorismo in Svizzera”) del giornalista svizzero Marcel Gyr, che ha intervistato i protagonisti diretti di quella trattativa. Come ricostruisce la Bbc in una cronologia, l’Olp aveva appena colpito tre volte in due anni, facendo numerose vittime svizzere:

1. Nel febbraio del 1969 uomini armati fanno irruzione in un aereo della El Al all’aeroporto di Zurigo, uccidendo il pilota. Gli uomini vengono arrestati.

2. Nel 1970 una bomba a bordo di un volo Swissair diretto a Tel Aviv esplode facendo cadere l’aereo poco fuori Zurigo. Morti tutti i 47 passeggeri e l’equipaggio.

3. Nel settembre 1970 viene dirottato un aereo Swissair diretto a New York, Nello stesso momento vengono direttati un volo inglese e uno americano. I tre aerei vengono fatti atterrare in Giordania, dove più di 300 passeggeri vengono tenuti in ostaggio.

Proprio nei giorni concitati in cui la Svizzera cercava di far rilasciare i suoi ostaggi, il ministro degli esteri svizzero Pierre Graber si mise segretamente in contatto con l’Olp, che all’epoca non era l’Autorità Palestinese con cui (quasi) tutti gli Stati hanno avuto rapporti diplomatici, ma un’organizzazione che in Occidente godeva di un’immagine tipo quella dell’Isis.

Usando un parlamentare svizzero, il trentaseienne Jean Ziegler, come intermediario, ma senza informare della trattativa i suoi colleghi del governo, siglò un patto con i palestinesi per il quale avrebbe rilasciato gli uomini arrestati per l’attentato all’aereo della El Al in cambio della liberazione degli ostaggi.

In più gli svizzeri avrebbero garantito che l’indagine sulla bomba al volo Swissair sarebbe stata accantonata (senza che l’opinione pubblica se ne accorgesse). Infine la Svizzera avrebbero sostenuto nelle sedi diplomatiche gli sforzi dell’Olp per ottenere un riconoscimento internazionale.

È un fatto che dopo il 1970 non ci sono stati più attentati da parte dei terroristi palestinesi in Svizzera, mentre nel resto d’Europa sì. Ma il fatto di aver salvato vite umane (svizzere) non placa le polemiche sorte dopo la divulgazione di un patto che avrebbe dovuto restare segreto, così come coperti da segreto di Stato sono ancora i documenti che potrebbero provare o smentire l’esistenza di una trattativa fra Svizzera e Olp.

Una patata bollente finita nelle mani dell’attuale governo elvetico, alla guida di un Paese che deve allontanare da sé l’immagine di cassaforte di terroristi e criminali di mezzo mondo. L’attuale ministro degli esteri, Didier Burkhalter, ha dichiarato di non sapere nulla di quel patto (e non si sa se è peggio che non sappia o che faccia finta di non sapere). E i politici svizzeri propongono una soluzione, un modo per capire e far capire al popolo cosa è veramente successo in quel 1970: una Commissione d’inchiesta parlamentare. Della serie che tutto il mondo è paese.