Russia. Donna sindaco in prigione da due anni e mezzo per aver ”infastidito” il successore del KGB

Tatyana Kazakova

A ridosso del villaggio siberiano di Listvyanka sorge una sorta di stazione termale-luogo di riposo con guardie armate davanti all’ingresso. E ogni volta che funzionari locali hanno espresso disagio per quel che accadeva là dentro, la risposta è sempre stata la stessa: non interferite.

Ma due anni e mezzo fa – scrive il New York Times – il sindaco del villaggio, Tatyana Kazakova, decise di averne avuto abbastanza. Grossi lavori all’interno della stazione avevano rivelato l’esistenza di un condotto di acqua calda, che rischiava di diminuirne la quantità per gli abitanti del villaggio, dove d’inverno la temperatura scende sotto i 30 gradi.

La Kazakova, 47 anni, non era il tipico burocrate, bensì una imprenditrice di successo nel settore dell’edilizia con una coda di cavallo bionda simbolegginate la nuova razza di imprenditori russi. Sporse denuncia contro la stazione termale e chiese al pubblico ministero locale di avviare un procedimento penale. In effetti il procedimento penale fu aperto, ma contro la Kazakova.

Quel che evidentemente la Kazakova non aveva ben preso in considerazione è che la stazione appartiene all’F.S.B., che si è cambiato le iniziali ma è sempre il vecchio K.G.B. dell’era sovietica. Incredibilmente l’ F.S.B. arrestò la donna e la fece processare. Due anni e mezzo dopo, la donna non sa ancora quale sara il suo destino.

Sa che sarà processata, ma non sa con quali accuse e nel frattempo resta in prigione: un caso, il suo, che è un inquietante esempio del potere dell’apparato di sicurezza nella Russia di oggi.

Oltre 25 agenti hanno scrutato ogni aspetto della vita della Kazakova nel corso di quella che è stata chiamata ”una operazione di controspionaggio”. Agenti mascherati dei servizi speciali armati di mitra hanno fatto irruzione nelle case di suoi amici e soci in affari. Oltre 250 testimoni sono stati interrogati e 67 volumi di testimonianze sono stati raccolti.

Perfino un alto funzionario del Cremlino ha dichiarato che la Kazakova è perseguitata, e altrettanto ha detto il sovrintendente ai diritti umani in Siberia, che è un dipendente statale, ma non è successo nulla. L’F.S.B. resta intoccabile.

In una lettera consegnata al suo avvocato, la Kazakova chiede: ”Perchè mi stanno facendo questo? Chi ha paura di me? Perchè mi tengono in prigione quando non rappresento alcuna minaccia?” Tutte domande, allo stato dei fatti, senza risposta.

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