Terremoto L’Aquila, dieci famiglie sfrattate dagli alloggi

Una decina di famiglie sfollate ha ricevuto una lettera di sfratto dagli alloggi del progetto C.a.s.e. nonostante la palazzina di proprietà dell’Ater in cui vivevano prima del sisma sia transennata e considerata pericolante. Il provvedimento è scattato perché lo stabile dopo essere stato classificato “E” il 20 aprile 2009, nell’ottobre scorso è stato misteriosamente portato ad “A”.

E’ quanto sta accadendo a una decina di famiglie di sfollati aquilani di via Verzieri a Preturo (L’Aquila), che per restare negli alloggi antisismici che gli erano stati assegnati hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica oltre a rivolgersi un legale.

“Qualche giorno fa – racconta in una lettera Anna Maria Orsini – abbiamo ricevuto dal vice commissario vicario per la ricostruzione un avviso di avviato procedimento per la revoca dell’assegnazione dell’alloggio del progetto C.a.s.e., firmato dal responsabile dell’area, Paola Giuliani, in quanto non abbiamo più il requisito essenziale per la permanenza, cioé l’esito di agibilità ‘E’. Le nostre abitazioni, infatti, sono state riclassificate ‘A’ e noi abbiamo messo tutto nelle mani della Procura della Repubblica”. L’esito è “A” sulla carta, ma secondo gli inquilini gli alloggi Ater di cui erano assegnatari sono in tutt’altre condizioni. “Si continuano a fare sopralluoghi – continua la signora Orsini – e verifiche sulle abitazioni e nel sottosuolo di tutto il quartiere: nonostante i risultati non siano affatto incoraggianti, soprattutto per il nostro edificio che, a detta dei tecnici, sta peggio degli altri, l’esito di agibilità tuttavia resta sempre ‘A’. Eppure il nostro palazzo, come del resto gli altri, è stato transennato tutto intorno con tanto di cartelli con la scritta ‘Attenzione pericolo non oltrepassare’. Anche se il portone è stato lasciato accessibile”.

“Nella lettera che abbiamo ricevuto – continua la nota – ci viene detto che possiamo usufruire di altre soluzioni alloggiative idonee, a carico della Struttura per la gestione dell’emergenza (Sge) o, in alternativa, percepire il contributo per l’autonoma sistemazione. Insomma dovremmo tornare a stare come un anno fa, negli alberghi o nelle roulotte”.

La signora Orsini ha sottolineato ancora con amarezza. “Dimenticavo che le ‘casette di Berlusconi’ sono solo per le ‘E’, perciò si può continuare a stare al mare o in montagna. Che importa se adesso quelle casette sono in eccedenza. Anzi, cacciamo anche le famiglie che hanno perso i requisiti, ma che comunque non possono rientrare nelle loro case terremotate, così il numero degli alloggi vuoti aumenta”.

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