Terzi: “Il Mediterraneo allargato è al centro nostra politica”

ROMA – Il Mediterraneo "allargato" e' al centro dell'azione di politica estera del governo, nel quadro dei grandi cambiamenti innescati dalla Primavera araba e alla luce dell'escalation di violenza in Siria che va fermata prima che metta a rischio la stabilita' dell'intera regione. Lo sottolinea il ministro degli Esteri Giulio Terzi in un intervento su L'Unita'.

Nell'area mediterranea, scrive il ministro, "sono in corso due principali processi: da un lato l'esperimento della democrazia in molti Paesi, dopo decenni di autoritarismo; dall'altro la definizione di una nuova geopolitica quale conseguenza dell'emergere di nuovi protagonisti nazionali (dal Qatar alla Turchia) e regionali (Lega araba e Consiglio di cooperazione del Golfo)".

Per questo, la "nostra sicurezza dipende oggi dalla capacita' di impegnare positivamente il nuovo Islam politico e di cooperare con quei nuovi attori regionali interessati alla pace e alla stabilita'".

In questo contesto, "occorre una diplomazia dinamica e sistemica, una presenza continua nella regione, una rete di rapporti fitta e articolata con i Paesi dell'area. La democratizzazione richiede da parte nostra un impegno piu' ampio volto a costruire con le nuove forze politiche e i governi nati con le primavere arabe partenariati di dignita', fondati oltre che sugli interessi economici e di sicurezza, su una condivisione di valori e principi democratici".

Per quanto riguarda il capitolo Siria, Terzi sottolinea che la crisi e' diventata il "test di responsabilita' della comunita' internazionale": l'aggravarsi della situazione nel Paese rende "improcrastinabile" un'azione forte per fermare le violenze e "avviare, finche' si e' in tempo, una transizione democratica pacifica".

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