Thailandia: Le camicie rosse rifiutano negoziati col governo e intendono continuare la lotta

I dimostranti antigovernativi,le camicie rosse, sono asserragliati domenica nei loro punti di raccolta fuori Bangkok e hanno respinto l’offerta di negoziati dopo che un mese di dimostrazioni ha portato sabato a scontri con polizia ed esercito che hanno lasciato sul terreno 22 morti e centinaia di feriti, a quanto riferisce il New York Times. La giornata domenicale è trascorsa relativamente tranquilla.

Jatuporn Prompan, uno dei leader dei dimostranti che accusano il governo di illegittimità e chiedono lo scioglimento del parlamento e nuove elezioni, ha detto che le camicie rosse non tratteranno mai con l’esecutivo del premier Abhisit Vejjajiva ”le cui mani sono macchiate di sangue” dopo gli scontri di sabato.

”Le camicie rosse non tratteranno mai con degli assassini”, ha detto Jatuporn in un comizio improvvisato, ed ha aggiunto: ”Anche se la strada è lunga e irta di ostacoli, è nostro dovere rendere omaggio ai morti riportando la democrazia in questo Paese”.

Il lascito dei violenti scontri di sabato è ancora visibile per le strade di Bangkok. Bossoli di pallottole, macchie di sangue e veicoli dell’esercito distrutti sono ovunque nella zona maggiormente frequentata dai turisti, da cui i soldati hanno cercato di sloggiare i dimostranti. Secondo un giornale di Bangkok, in quella che ha chiamato ”la battaglia di Bangkok” i feriti sono stati più di 800.

Domenica le camicie rosse sono penetrate in un complesso di comunicazioni satellitari in un sobborgo settentrionale di Bangkok, costringendo il personale a riattivare le trasmissioni della People Channel, la loro stazione televisiva.

Il portavoce del governo, Panithan Wattanayakorn, ha affermato che l’obiettivo del governo è di evitare altre violenze e ”riportare la città alla normalità”, ma ha ammesso che allo stato dei fatti non sono in vista soluzioni della crisi.

Dozzine di governi stranieri hanno sconsigliato ai loro cittadini di visitare la Thailandia, per cui il turismo è una delle principali industrie.

Le camicie rosse sono in gran parte sostenitori dell’ex-primo ministro Taksin Shinavatra, che, accusato di corruzione, è stato estromesso con un colpo di stato nel 2006 e vive in esilio a Londra.

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