Tibet, il parlamento accetta le dimissioni del Dalai Lama

Il Dalai Lama

NEW DELHI – Il Parlamento tibetano in esilio ha accettato ufficialmente oggi, 25 marzo, la volontà del Dalai Lama di dimettersi da capo politico della comunità e ha deciso di modificare la Costituzione tibetana per introdurre il cambiamento. Lo riferisce l’agenzia Pti.

L’assemblea legislativa che è in seduta a Dharamsala, la città indiana dove ha sede il governo in esilio, ha tuttavia proposto che il settantacinquenne Dalai Lama continui a rivestire il ruolo di ”capo simbolico” dei tibetani. Secondo quanto ha annunciato il primo ministro uscente Samdong Rimpoche ai deputati, ”a breve sarà costituito un comitato per introdurre i necessari emendamenti”.

Prima del termine della legislatura, a fine maggio, il Parlamento terrà una seduta speciale per introdurre gli emendamenti, ha spiegato un portavoce. L’assemblea ha anche deciso di costituire una commissione composta da parlamentari e da un componente dell’esecutivo che dovrà presentare un piano per la transizione dei poteri dal Dalai Lama a un ”leader eletto democraticamente” come lui stesso aveva proposto. Questo organismo dovrà presentare le conclusioni entro l’11 aprile.

Le risoluzioni approvate all’unanimità oggi, nell’ultimo giorno di lavoro del Parlamento, sono basate su un rapporto presentato due giorni fa da un comitato ristretto, che aveva suggerito un passaggio della maggior parte dei poteri del Dalai Lama alla figura del primo ministro.

Lo scorso 20 marzo, i tibetani in esilio hanno votato per rinnovare i 43 membri del parlamento e anche il capo dell’esecutivo. I risultati saranno resi noti il 27 aprile.

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