Torna Eliot Spitzer: il governatore a luci rosse dà… lezioni di etica

Eliot Spitzer parla alla Harvard
Eliot Spitzer parla alla Harvard

Scandalo e sorpresa a Harvard quando sul palco, nell’ambito di una serie di incontri sui temi dell’etica nella vita pubblica, è salito niente di meno che l’ex- governatore dello Stato di New York, Eliot Spitzer. Tanto famoso come procuratore per la sua lotta alla prostituzione, quanto – come politico – per lo scandalo a luci rosse con un giro di squillo di alto bordo che nel marzo 2008 gli è costato la carriera.

Una scelta forse discutibile, quella del prestigioso ateneo americano, che – secondo quanto riportato da Katie Zezima del New York Times – ha diviso pubblico e relatori. Lily Mazahery, un avvocato di Washington, si è detta indignata dall’invito di Spitzer, mentre Elaine Scarry, professoressa di inglese a Harvard, si è espressa in favore dell’ex-governatore arrivando a dichiarare che sarebbe disposta a votarlo, se si ricandidasse, perché «c’è una bella differenza tra corruzione pubblica e condotta privata».

A onor del vero, c’è da dire che nessuno dal palco ha glissato sulla controversa condotta di Spitzer, né gli ha fatto sconti. Anzi. Il professor Lawrence Lessig, direttore dell’“Edmond J. Safra Foundation Center for Ethics”, ha introdotto l’ex-moralizzatore di Wall Street senza troppi giri di parole: «Nessuno dubita che ciò che il governatore Spitzer ha fatto alla sua famiglia, al suo Stato, ai suoi sostenitori in tutto il Paese e a se stesso sia sbagliato», ma è anche vero – ha aggiunto – che prima delle sue dimissioni «è stato il principale persecutore vivente di un vasto spettro di azioni corrotte».

Spitzer, del resto, non si è tirato indietro nell’ammettere le proprie responsabilità, né ha cercato facili scusanti. Quando dal pubblico gli è stato chiesto se sospettasse che alla base della fuga di notizie sullo scandalo ci fosse un complotto politico, ha negato con decisione: «Qualunque cosa abbia fatto scoppiare il caso sui media non giustifica le mie azioni». Ed è per questo, ha aggiunto, «che mi sono dimesso». Comunque sia, una bella lezione di etica.

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