Il muro della cravatta è caduto al massimo livello, il vertice fra le due potenze planetarie di oggi, gli Usa e di domani, la Cina,Barack Obama e Xi Jinping.
Non era mai successo, da quando la cravatta come la conosciamo oggi è entrata nel codice di abbigliamento della grande politica internazionale. Non si parla delle gite in campagna o i barbecue nelle residenze da week end, in cui il protocollo si era allentato da tempo. Qui siamo proprio al tavolo degli incontri formali, anche se, si deve notare, si sono tenuti lontano dalla capitale, nella dolce California. Ci sono infatti altre foto, scattate davanti a un camino della Casa Bianca, che ritraggono Obama e Xi Jinping con la loro brava e ben annodata cravatta.
La rivelazione è in un titolo di grande rilievo del Corriere della Sera:
“Strette di mano e niente cravatta all’ombra della cyberguerra”.
Racconta Massimo Gaggi:
“Tutto come previsto: vertice in maniche di camicia, atteggiamento confidenziale un po’ finto (leader e comprimari tutti attorno al tavolo senza cravatta, tutti in camicia bianca e giacca blu), rassicurazioni reciproche, promessa di un nuovo modello di cooperazione. Sei ore di colloqui riservatissimi (e senza comunicato finale congiunto) sulle tante e spinose questioni sul tappeto: cyber war, Corea del Nord, Iran, diritti umani (e in più un mini accordo per ridurre i gas serra prodotti dai frigoriferi)”.
Il resto è cronaca:
“Come previsto Obama e Xi Jinping promettono al mondo che le due superpotenze affronteranno i problemi in modo responsabile. Obama chiede lo stop agli attacchi informatici, Xi ribatte che anche la Cina ne è vittima. Pur avendo molti interessi divergenti, tanto Washington quanto Pechino hanno bisogno di muoversi, per quanto possibile, in un quadro economico e politico stabile.
“Quello che non era previsto è il clima nel quale il vertice di Rancho Mirage si è svolto, col presidente americano sotto pressione per le rivelazioni sui vasti programmi di spionaggio antiterrorismo per i quali la NSA, l’agenzia di intelligence federale, ha chiesto e ottenuto la collaborazione dei grandi operatori di telecomunicazioni e delle principali società di Internet”.
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