Trump dichiara la guerra sui dazi (acciaio e alluminio): Ue al contrattacco, Casa Bianca divisa

Trump dichiara la guerra sui dazi (acciaio e alluminio): Ue al contrattacco, Casa Bianca divisa
Il presidente americano, Donald Trump (Foto Ansa)

WASHINGTON – Donald Trump ha confermato la sua intenzione di imporre dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. Ma ancora non vi è alcuna certezza. E nessun altro dettaglio è stato reso pubblico dal presidente.

“La Commissione Ue ha preparato delle contromisure” sui dazi su alluminio e acciaio annunciati dagli Stati Uniti “per riportare in equilibrio la situazione. Il collegio dei commissari” valuterà le iniziative mercoledì prossimo durante la consueta riunione settimanale e “deciderà i passi successivi”. Lo ha detto il portavoce dell’esecutivo comunitario Alexander Winterstein. Spiegando le tre linee secondo cui si muoverà la Commissione europea, il portavoce ha detto che ci sarà anche un “monitoraggio molto attento del mercato” e se si noterà un’impennata di prodotti in acciaio verso l’Ue, verranno proposte misure di salvaguardia per preservare la stabilità del mercato europeo”.

Inoltre, come terzo elemento, ha aggiunto: “Lavoreremo in stretto contatto con i nostri partner, per una consultazione sulla risoluzione della controversia con gli Stati Uniti, all’Organizzazione mondiale del commercio, alla prima opportunità”.

Casa Bianca divisa. Molti i nodi che restano irrisolti e che – stando a quanto riportano i media – in queste ore hanno scatenato una vera e propria lite all’interno della West Wing. Come se in questa fase non bastassero le tensioni e la confusione alimentati dalle dimissioni di Hope Hicks, direttrice della comunicazione della Casa Bianca e fedelissima di Trump, dal caso Sessions, il ministro della Giustizia oramai in rotta di collisione col presidente, e dall’affaire Kushner, il genero del tycoon sempre più isolato.

Lo scontro sui dazi rischia però di aprire un nuovo fronte per Trump: quello con l’ex di Goldman Sachs Gary Cohn che – architetto della riforma fiscale – ora guida l’ala ‘globalista’ della Casa Bianca, contrario a dazi da imporre a tutti i Paesi, dall’Europa alla Cina. Dazi – è il ragionamento appoggiato anche dal capo del Pentagono James Mattis – che rischiano non solo di inasprire i rapporti con Pechino o Mosca, ma di compromettere anche i legami con Paesi alleati, con gravi ripercussioni economiche e sul piano della sicurezza.

“E’ un intervento sfacciato a difesa dell’industria americana. L’Europa non resterà immobile e reagirà con forza per difendere i suoi interessi”, minaccia il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker. Mentre per Cohn il piano Trump è “una tassa sugli americani, con i prezzi dei prodotti in acciaio e in alluminio destinati a salire. “E un piccolo prezzo da pagare”, avrebbe risposto il tycoon in un vero e proprio battibecco dietro le quinte. Ma anche dai vertici repubblicani si alzano voci critiche: “Auspico che il presidente prenda in considerazione le conseguenze involontarie dei dazi e valuti altri approcci prima di andare avanti”, ha detto a chiare lettere lo speaker della Camera Paul Ryan.

Frena anche il neo presidente della Fed, Jerome Powell: i dazi non sono l’approccio migliore per rimediare a risultati commerciali negativi, ha spiegato. Intanto sono bastate le parole di Trump per far tremare Wall Street, che ha reagito con un improvviso crollo che ha portato il Dow Jones a perdere fino a 500 punti, chiudendo poi a -1,73%. Non sembrano preoccuparsi però i ‘falchi’ che appoggiano la linea ultra-protezionista del presidente, a partire dal segretario al commercio Wilbur Ross.

 

 

 

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