Trump, lo scheletro nell’armadio: i soldi presi dalle banche russe

Trump, lo scheletro nell'armadio: i soldi presi dalle banche russe
Trump, lo scheletro nell’armadio: i soldi presi dalle banche russe

ROMA – Trump, lo scheletro nell’armadio sono con tutta probabilità i soldi presi dalle banche russe. E l’armadio si sta aprendo…

Sono in molti negli Usa, lo riferisce anche Paolo Mastrolilli su La Stampa, a sentirsi raccontare che quando Trump aveva grossi problemi finanziari le banche americane non gli facevano più credito e la catena di società di Trump imprenditore stava per spezzarsi. Allora Trump cercò aiuti all’estero e trovò banche russe disposte a finanziarlo, dargli insomma soldi.

Ricevere prestiti dall’estero, anche ovviamente dalla Russia, non è reato. Non lo era per Trump imprenditore in difficoltà, non potrebbe certo esserlo a posteriori per Trump presidente. Però vedere e vedersi squadernati i debiti contratti e da pagare con le banche russe, cioè sostanzialmente con il Cremlino visto che in Russia una struttura della finanza e credito autonoma dal potere politico non c’è, smonterebbe buona parte dei tweet di Trump e lo spingerebbe anima, corpo e sedia da presidente compresi nella sfera della conclamata inaffidabilità.

Lo scheletro nell’armadio, la documentazione anche dei prestiti e debiti tra Trump imprenditore e le banche russe probabilmente sta in quelle dichiarazioni dei redditi e transazioni finanziaria che Trump candidato non aveva pubblicato durante la campagna elettorale. E sono questi documenti che ora Robert Mueller, procuratore speciale della commissione che indaga sul Russiagate e ufficialmente anche su Trump presidente, sta per chiedere siano tirati fuori…dall’armadio.

Trump presidente per legge non può opporsi, non può invocare una sorta di segreto di Stato che vale e vige negli Usa ma per gli atti compiuti dal presidente mentre è in carica, non prima che diventi presidente. Dunque Trump ha cominciato a tentare di demolire Robert Mueller, sperando di arrivare a rimuoverlo. La stessa tecnica usata con Comey, ex capo Fbi: cacciare chi non garantisce “fedeltà”, soprattutto e solo “fedeltà”.

A Comey Trump suggerì di smetterla di indagare su Micheal Flynn “bravo ragazzo”, consigliere per la Sicurezza nazionale presto dimissionario perché colto con le mani nella “marmellata” dei rapporti coi russi. Comey non raccolse il “consiglio” e fu cacciato. Ostacolo alla giustizia  da parte di Trump? Ci si rimette una presidenza…

Ma l’ostacolo alla giustizia, anche se palese, va provato e poi approvato dai due terzi del Congresso. L’ostacolo alla giustizia e poi il successivo impeachment non sono rischi concreti che Trump al momento corre. Su questo fronte il presidente è protetto o almeno schermato. Ma se diventa pubblicamente e manifestamente uno che deve soldi e non pochi ai banchieri alla tavola di Putin…

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