ROMA – Scontro sui dazi tra Stati Uniti e Italia. Sergio Mattarella in visita da Donald Trump ha chiesto al presidente americano di parlare dei dazi al made in Italy e della situazione in Siria. Trump però l’ha liquidato definendo l’Italia un “paese amico”, ma poi spingendo sulla sua decisione di imporre i dazi: “Sono un risarcimento”.
Mattarella è stato accolto da un monologo del presidente Usa su Siria, impeachment e campagna elettorale, ma è riuscito a far tornare l’incontro sulla politica dei dazi statunitense, ricordando la recente decisione del Wto sul caso Airbus che ha autorizzato il governo americano a imporre tariffe aggiuntive sull’import europeo per un controvalore di 7,5 miliardi di dollari.
Nel pacchetto ci sono anche i 450 milioni di dollari circa che penalizzano i prodotti dell’agroindustria italiana, a cominciare dal Parmigiano Reggiano, su cui la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova si è scontrata ironicamente via Twitter col presidente.
Mattarella ha dichiarato: “A questi dazi, probabilmente seguirà una reazione europea senza contare che a gennaio la situazione potrebbe rovesciarsi, perché il Wto dovrà pronunciarsi sui finanziamenti pubblici ricevuti da Boeing”. A quel punto, sottolinea il presidente della Repubblica, sarà l’Europa a imporre i dazi al made in Usa, scatenando un’escalation dannosa per il commercio.
Per questo motivo Mattarella chiede un confronto: “Perché non confrontarsi fin d’ora e cercare subito un accordo, nello spirito dei legami e dell’alleanza che uniscono Stati Uniti ed Europa?”. Ma la risposta di Trump è brutale: “Quei dazi sono per noi un risarcimento. L’Europa ci ha trattati malissimo e quindi andremo avanti così. Non vogliamo essere duri con l’Italia, vedremo di affrontare l’argoment, ma noi non possiamo perdere questa guerra dei dazi per squilibrio commerciale”. (Fonte ANSA)
Il leader della Casa Bianca sembra disposto solo a discutere una rimodulazione dei prelievi: «Vedremo se abbiamo caricato l’Italia con un peso eccessivo. Noi abbiamo un rapporto molto stretto con l’Italia».
Gran parte del primo contatto con la stampa, durato 45 minuti nello Studio Ovale, è stato dedicato alla crisi siriana. Trump ha difeso ancora una volta la scelta del ritiro dal confine con la Turchia: «Ora la Siria proteggerà i curdi. A noi va bene così. Non è un affare che ci riguarda. E i curdi non sono angeli».
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