Trump e l'accordo commerciale con il Regno Unito: perché conviene solo agli Usa Trump e l'accordo commerciale con il Regno Unito: perché conviene solo agli Usa

Trump e l’accordo commerciale con il Regno Unito: perché conviene solo agli Usa

Trump e l'accordo commerciale con il Regno Unito: perché conviene solo agli Usa
Trump e l’accordo commerciale con il Regno Unito: perché conviene solo agli Usa

ROMA – “La Brexit si farà e deve farsi, perché il Regno Unito è sovrano”,  ha dichiarato Donald  Trump nella conferenza stampa congiunta con la premier britannica uscente, una specie di intimazione al successore di cui lo stesso Donald sta facendo una specie di casting. Prima di evocare un nuovo radioso futuro di partnership attraverso “un accordo commerciale fenomenale, ne sono sicuro”.

Fine della sanità pubblica. Dossier commerciale che nelle sue intenzioni, cioè di Trump e di nessun altro nel Regno Unito, dovrebbe contenere l’ingresso di capitali privati Usa nella sanità pubblica d’oltremanica, cioè la fine del National Health Security così come lo conosciamo, con le multinazionali americane che giocoforza farebbero saltare gratuità e universalità delle prestazioni secondo il modello di welfare mutualistico europeo.

Sulla questione Trump ha dovuto correggere un po’ il tiro, ma sul pacchetto complessivo potrebbe ottenere da una Gran Bretagna isolata e costretta a compensare l’uscita senza accordo dalla Ue quello che non è riuscito a ottenere con l’Europa unita. E la convenienza di questo accordo, è facile intuire, andrebbe tutta dalla parte del più forte.

Polli al cloro e bovini trattati agli ormoni. La lista delle richieste americane è lunga: riduzione dei dazi sulle merci Usa, l’abbassamento degli standard britannici sulla qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari (liberalizzando per esempio i polli Usa disinfettati con il cloro o i bovini trattati con gli ormoni). 

L’accordo vincolerebbe il Regno Unito ai diktat Usa sulla politica commerciale con altri paesi, per cui dovrebbe interrompere automaticamente i rapporti commerciali con quelli finiti nella black list americana.

Costi-benefici. Qualche numero dovrebbe togliere ogni illusione sulla compensazione post Brexit magnanimamente offerta da Trump: “Secondo uno studio del 2018 di Cross Whitehall – segnala Il Sole 24 Ore – un accordo di libero scambio con gli Usa aumenterebbe il Pil britannico dello 0,2% dopo 15 anni. La Brexit farebbe invece perdere all’economia del Regno Unito tra il 2 e l’8% nello stesso periodo di tempo”. (fonte Sole 24 Ore)

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