WASHINGTON – Nel suo ordine esecutivo per impedire l’ingresso di terroristi islamici negli Stati Uniti, il presidente americano Donald Trump ha sospeso per 120 giorni il programma di ammissione di tutti i rifugiati e fino a ulteriore comunicazione l’ingresso di quelli siriani. Per quest’ultimi nel provvedimento non sembra esserci a safezones (zone di sicurezza). L’ingresso di cittadini e rifugiati siriani” è “dannoso per gli interessi del Paese”, scrive Trump nell’ordine esecutivo in cui blocca i visti.
Dopo i 120 giorni di sospensione dell’ingresso negli Stati Uniti per tutti i rifugiati, l’ordine esecutivo del presidente americano prevede di dare priorità a quelli appartenenti a minoranze perseguitate per motivi religiosi. Secondo il provvedimento, le autorità locali e statali dovrebbero avere un ruolo nel decidere se i rifugiati si possano insediare.
Nello specifico, l’ingresso negli Stati Uniti è sospeso per tre mesi per i cittadini di sette paesi musulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen, ossia quelli che espongono il paese a rischio terrorismo.
Donald Trump ha inoltre tagliato di oltre la metà il numero dei rifugiati che gli Stati Uniti prevedevano di accettare quest’anno, portandolo a 50mila.
Nel suo giro di vite per difendere gli Stati Uniti dall’ingresso di terroristi islamici, il presidente americano ha sospeso con effetto immediato il programma Visa interview waiver, che consentiva ai cittadini stranieri titolati di chiedere il rinnovo del visto senza affrontare il colloquio personale con le autorità diplomatiche Usa. La sospensione temporanea è volta a dare tempo al dipartimento dell’Homeland Security, al Dipartimento di Stato e al direttore della National Intelligence per determinare quali informazioni siano necessarie per ogni Paese al fine di garantire che i visti non vengano rilasciati a persone che costituiscono una minaccia per la sicurezza nazionale.