Tunisia, Ben Ali fuggito, elezioni entro due mesi. Carcere in fiamme: 57 morti

Il presidente Ben Ali in fuga, potere provvisoriamente in mano al presidente del Parlamento ed elezioni entro 60 giorni. Dopo la rabbia, gli scontri e i morti in piazza la Tunisia tenta faticosamente di prendere la strada della normalità e della ricostruzione.

Ancora scontri, Carcere in fiamme: 57 morti. Una strada ancora lunga e ricca di insidie. Anche stamattina, infatti, in alcune zone del paese le violenze sono continuate. A Monastir un violento incendio è divampato in un carcere. Il primo bilancio, ancora provvisorio, fornito dalla tv turca parla di almeno 57 morti. A Tunisi, invece, un uomo è morto negli scontri avvenuti in periferia poco prima dell’annuncio del passaggio di poteri.

Potere al presidente del Parlamento. Il presidente del Parlamento ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali in Tunisia. Lo ha annunciato il presidente del consiglio costituzionale tunisino affermando che essendo la carica di presidente della repubblica vacante definitivamente si applica l’articolo 57 della Costituzione.

Ieri la carica di presidente ad interim era stata affidata al primo ministro Mohammed Ghannouchi, con la motivazione che esisteva una ”temporanea impossibilita”’ del presidente a svolgere il proprio mandato. Oggi il presidente del consiglio costituzionale ha definito invece vacante la carica di presidente della Repubblica.

Al voto in 60 giorni. Nuove elezioni presidenziali in Tunisia si “dovranno tenere entro i prossimi 60 giorni”. Lo afferma il consiglio costituzionale tunisino.

Riaperto lo spazio aereo. Lo spazio aereo tunisino e aperto e tutti gli aeroporti del Pese sono operativi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa tunisina.

Festa a Milano. Doveva essere una manifestazione di protesta contro le violenze della polizia tunisina e invece si e’ trasformata in una festa per la fuga del presidente-dittatore Ben Ali. Circa 200 immigrati tunisini, provenienti da diverse parti d’Italia, si sono riuniti oggi a Milano in piazza Cinque giornate per testimoniare la vicinanza al loro paese e ai loro connazionali e ricordare le vittime degli scontri degli ultimi giorni.

Sventolando le bandiere del loro paese e cantando piu’ volte il loro inno nazionale, gli immigrati tunisini hanno celebrato una ”giornata storica, in cui il popolo e’ diventato davvero sovrano e ha deciso di prendere in mano la propria dignita”’. Molti manifestanti, in maggior parte uomini ma anche donne e bambini, hanno mostrato le immagini delle vittime degli scontri di questi giorni e scandito slogan contro la dittatura. ”Ora l’Italia appoggi il processo di democratizzazione della Tunisia – ha detto Osama Al-Saghir, uno degli organizzatori del sit-in – e abbandoni il sostegno alla dittatura che ha mantenuto in questi anni”. Alla manifestazione ha aderito anche il comitato immigrati in Italia, per bocca della sua portavoce Najat Tantaoui, ha definito il popolo tunisino un esempio per tutte le democrazie occidentali.

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