Tunisia: ex ministro Iran a Gannouchi, non fate nostri errori

TEHERAN, 30 OTT – ''Dio vi aiuti a non fare gli stessi errori che abbiamo fatto in Iran'' e ad evitare che si ripeta in Tunisia ''quanto accaduto in Algeria''. Si conclude cosi' una lettera indirizzata a Rached Gannouchi – leader del partito islamista che ha vinto le elezioni per la costituente tunisina – dall'iraniano Ibrahim Yazdi, leader del gruppo islamico-liberale Freedom Mouvement of Iran e ministro degli Esteri nei primi mesi dopo la rivoluzione islamica del 1979.

A riportare il contenuto del messaggio di Yazdi, arrestato piu' volte a partire dal 1997 e anche dopo le contestate elezioni presidenziali del 2009, e' il sito riformista Kaleme.

''Vi siete guadagnati il consenso della maggioranza, e ora dovrete mostrarvi tolleranti e riconoscere i diritti di chi non la pensa come voi'', dice ancora l'anziano politico, che diede le dimissioni da ministro insieme al governo provvisorio di Mehdi Bazargan, in segno di dissenso dall'occupazione dell' ambasciata Usa a Teheran del 4 novembre 1979, e che dopo il 1982 si oppose alla prosecuzione della lunga guerra con l'Iraq.

''Sebbene noi musulmani combattiamo per i diritti essenziali, la liberta' e il diritto a governare – osserva ancora Yazdi – non abbiamo abbastanza esperienza di democrazia. Combattiamo e cacciamo il dittatore, ma non ci liberiamo dell'oppressione come metodo di vita. L'oppressione infatti – prosegue – non e' limitata ad una struttura politica, ma ha una dimensione culturale'' la quale ''si e' sedimentata nel carattere degli individui e di tutta la societa''' e per questo, osserva, ''puo' durare per molto tempo''. Il risultato e' quanto accaduto in Iran, dove ''abbiamo mandato via lo shah ma abbiamo dimenticato di cancellarne i caratteri dentro di noi''.

''La democrazia – dice ancora l'anziano oppositore a Gannouchi – non puo' essere esportata, le elezioni sono importanti'' ma non bastano. Serve infatti anche, sottolinea, il rispetto delle diversita' e la tolleranza. Un vero e ampio ''consenso nazionale'', conclude, sara' necessario per lo sviluppo economico e sociale nella nuova Tunisia.

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