Tunisia, presto la data del voto per scegliere l'Assemblea Costituente

TUNISI – Potrebbe essere domani il giorno decisivo per fissare la data delle elezioni dell'Assemblea costituente in Tunisia. E' previsto appunto per domani l'incontro tra il primo ministro ad interim Beji Caid Essebsi e i rappresentanti dei partiti alla ricerca di un consenso su quando chiedere al Paese di andare alle urne, dopo che il giorno originariamente fissato – il 24 luglio – è stato giudicato come improponibile dalla Commissione incaricata di vegliare su questo appuntamento, il più importante dopo la caduta del regime.

Essebsi si troverà davanti uno schieramento abbastanza compatto nel volere che la data del 24 luglio sia rispettata, ma non potra' non tenere conto delle conclusioni della commissione, l'Alta istanza per le elezioni, organismo indipendente e che, abbastanza sorprendentemente, ha dato la misura di questa sua caratteristica andando contro tutto (le esigenze della politica) e tutti (i partiti), quando ha detto che non c'e' il tempo materiale per organizzare un voto assolutamente regolare nelle poche settimane che resterebbero. Il suo presidente, Kamel Jendoubi, una decina di giorni fa, aveva proposto la ''sua'' data, fissandola al 16 ottobre, con una serie di considerazioni , tutte basate sulla mancanza di tempo (per preparare la lista degli elettori, per validare le candidature, per preparare gli scrutatori, per dare a tutti i votanti la carta d'identita') e anche dei soldi necessari. Ma, negli ultimi giorni, quella che a tutti e' apparsa come una netta intransigenza da parte di Jendoubi si e' andata attenuando, tanto che ha anche aperto alla possibilita' di considerare una data alternativa e anticipata rispetto a quella di ottobre, cioe' in settembre. Anche se la prima settimana di quel mese sara' ancora sotto l' ''effetto'' del Ramadan, che quest'anno iniziera' il 10 agosto. In questo clima di contrapposizione evidente, si sta facendo strada anche l'ipotesi di cambiare il profilo delle elezioni della Costituente, per farne invece l'occasione per eleggere il nuovo presidente della repubblica e quindi colmare un vuoto di potere, la gestione del quale oggi affidata ad uno governo non eletto. Una ipotesi che, almeno ad oggi, appare lontana dal raccogliere molti consensi, ma che, nel clima di sfiducia generale che si coglie nel Paese, potrebbe farsi strada nelle prossime settimane. La Tunisia del ''post Ben Ali'' e' ancora molto lontana dal Paese che tutti, una volta caduto il dittatore, pensavano potesse affermarsi, soprattutto in tempi brevi. Da parte loro, i partiti (ormai piu' di ottanta!) sono coscienti che occorre fare presto, anche perche' l'emergenza sicurezza e' diventata una costante. Il tasso di criminalita', al di la' delle trionfalistiche statistiche del ministero dell'Interno sui risultati di operazioni e retate, e' in crescita evidente, cosi' come sale la conflittualita' sociale (i sit-in che bloccano strade e ferrovie sono quasi quotidiani) e anche quella tribale, che appariva repressa dal pugno di ferro di Ben Ali. La palla passa, quindi, domani ad Essebsi , che dovra' essere cauto nella sua decisione perche' il suo esecutivo ha dimostrato, nel recente passato, di non essere in grado di governare la piazza. .

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