Tunisia: seconda pesante condanna per Ben Ali

TUNISI, 4 LUG – Come tutti si attendevano, anche il secondo processo a carico dell'ex presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali si e' concluso con una dura condanna in contumacia: quindici anni e mezzo di reclusione per le armi, le sostanze stupefacenti e i reperti archeologici scoperti nel palazzo di Cartagine dopo che il regime era stato spazzato via dalla prima rivolta araba.

Cosi', nel giro di poco meno di quindici giorni, Ben Ali ha cumulato cinquant'anni di reclusione e, c'e' da sottolineare, per vicende che sono abbastanza marginali rispetto alla massa di accuse e inchieste che lo vedono protagonista (una novantina, portate avanti da procure penali e da tribunali militari) e per le quali rischia anche una condanna a morte, relativa alla contestazione di attentato alla sicurezza dello Stato. Per Ben Ali la sentenza era, in qualche modo, gia' scritta perche' frutto di un ''processo inesistente'' e di una ''calunnia politica''. E il suo avvocato di fiducia, l'avvocato libanese Akram Azouri (che ne ha riferito il ''pensiero''), e' andato oltre disegnando lo scenario di un processo frutto di una specifica azione mirata a dare in pasto all'opinione pubblica l'immagine assolutamente falsa di un Ben Ali trafficante di droga, armi e reperti archeologici. Il processo di oggi – come quello del 20 giugno, conclusosi con una condanna a 35 anni di reclusione per l'ex dittatore e la moglie, Leila Trebelzi per sottrazione di beni dello Stato – si e' definito in una sola giornata (e con appena sei ore di camera di consiglio), apertasi con la plateale protesta dei due difensori d'ufficio di Ben Ali, che avevano chiesto un rinvio per potere incontrare l'imputato in Arabia Saudita, dove si trova sin dalle prime ore successive alla sua fuga dalla Tunisia, il 14 gennaio.

Richiesta seccamente e velocemente respinta dal tribunale di prima istanza di Tunisi (presieduto da Touhami Hafi, lo stesso del primo processo) tanto che i due avvocati hanno abbandonato l'aula in segno di protesta. Il procedimento odierno era relativo a quanto trovato nel palazzo presidenziale di Cartagine dopo la fuga dell'ex dittatore, in seguito alla perquisizione compiuta dai componenti la commissione indipendente istituita dal governo provvisorio proprio per dare la caccia (in Tunisia e all'estero) ai beni sottratti al popolo da Ben Ali e dai componenti del rapace clan famigliare della moglie. .

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