Turbanti, diamanti e curry alla cena di Obama per il premier indiano

Non proprio una festa da Mille e Una Notte, ma quasi. La cena di gala offerta martedì sera dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama al primo ministro indiano Manmohan Singh si è svolta in un turbinio di turbanti, tuniche maschili di tessuti preziosi, pregiati sari femminili dai mille colori, toilette per le signore occidentali da decine di migliaia di dollari, diamanti da mozzare il fiato, stupendi bindis (gioielli indiani aderenti alla pelle). Una cena di gala, la prima offerta da Obama dalla sua elezione, che tutti i media americani definiscono mercoledì un evento straordinario e perfettamente riuscito.

”Sono tutti bellissimi”, ha commentato l’organizzatrice delle feste della Casa Bianca Desiree Rogers, calmissima ed elegante davanti ad una legione di fotografi e giornalisti, ”è una festa che definirei sfavillante”. La first lady Michelle Obama ha invece indicato un pizzico di tensione quando ha dichiarato rispondendo alle domande dei giornalisti: ”Il segreto nel far riuscire un evento come questo è comportarsi come un cigno, calmissimo e sereno in superficie con le palme che girano vorticosamente sott’acqua.

La lista dei 338 invitati includeva personaggi della scena politica washingtoniana, del mondo dello spettacolo, dignitari indiani, amici di Obama e di Michelle, giornalisti e donatori della campagna presidenziale. La cena non si e’ svolta all’interno della Casa Bianca: per onorare di più il suo ospite, Obama ha preferito che si svolgesse sotto un’enorme tenda nel giardino antistante.

Ma non un tenda qualunque da barbecue in cortile: una struttura dotata di orchestra, lampadari di cristallo, tappeto, riscaldamento e pannelli trasparenti con vista sul Washington Monument e sul Lincoln Memorial. Questo perchè, è stato spiegato, in India la tradizione vuole che gli avvenimenti lieti si festiggino sotto una tenda.

La first lady si è fatta in quattro perchè tutto filasse liscio. Al menu ha pensato lei, convocando il famoso cuoco Marcus Samuelsson, del lussuoso ed ultra-premiato ristorante Aquavit a New York, perchè collaborasse col capo cuoco della Casa Bianca, Cristeta Comerford, e la sua squadra. Imperativo categorico: cena vegetariana in onore di Singh.

Le portate hanno incluso insalata di patate e melanzane, rughetta coltivata nel giardino della Casa Bianca, minestra di lenticchie rosse, gamberi al curry verde e gnocchi di patate. Per dessert: torta di zucca (tradizionale per il giorno del ringraziamento che cade giovedì) e pere condite con miele proveniente dall’alveare della Casa Bianca.

A cena la first lady indossava un vestito a tubo color oro e crema con ricopertura d’argento e uno scialle opera del designer indiano Naem Khan.

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