Ucraina: ex premier Timoshenko rischia l'arresto

MOSCA 24 MAG Ha rischiato l'arr – MOSCA, 24 MAG – Ha rischiato l'arresto oggi l'ex premier ucraina Iulia Timoshenko, gia' icona della rivoluzione arancione filo occidentale del 2004 ed ora leader dell' opposizione: la procura era pronta a farlo, forte di un provvedimento del tribunale che ha autorizzato il suo fermo in caso di necessita' dopo che la Timoshenko si sarebbe sottratta alle indagini con vari pretesti. Ma stamane 'Iulia', pur professandosi vittima di una persecuzione giudiziaria, si e' presentata in procura con il suo avvocato per l'interrogatorio previsto, evitando cosi' la misura restrittiva. Il suo partito, tuttavia, aveva diffuso la voce dell'arresto, forse per alzare l'attenzione dell'opinione pubblica sui rischi che corre la leader dell'opposizione. L'interrogatorio, tra l'altro, si e' svolto in una stanza sorvegliata da decine di agenti mascherati, una evidente forma di pressione, di intimidazione. La procura e' stata costretta a smentire l'arresto e a precisare: ''Avremmo potuto arrestarla oggi ma, dato che e' arrivata per l'interrogatorio insieme al suo avvocato, l'autorita' giudiziaria ha proseguito con le procedure previste senza detenzione'', ha spiegato un portavoce della procura. Dallo scorso dicembre 'Iulia' ha l'obbligo di residenza e non puo' andare all'estero. Da quando, nel 2010, e' tornato alla presidenza il suo irriducibile nemico, Viktor Ianukovich, la Timoshenko ha sentito stringersi intorno a se' la morsa della giustizia. Una dopo l'altra sono fioccate varie indagini, che hanno colpito anche i suoi piu' stretti alleati. La prima risale allo scorso maggio, quando 'Iulia' fu accusata di tentata corruzione della Corte suprema per aver provato nel 2003 a versare una tangente allo scopo di liberare alcuni suoi vecchi collaboratori. Poi sono arrivate le inchieste per abuso di potere e malversazione di fondi ottenuti da Kiev per la vendita di quote di emissione di anidride carbonica in base al protocollo di Kyoto: in ballo ci sono 290 milioni di dollari ricevuti nel 2009. L'ultimo filone riguarda la firma a Mosca con il premier russo Vladimir Putin, nel gennaio del 2009, del contratto per la fornitura di metano russo all'Ucraina, dopo una guerra del gas di due settimane che lascio' al freddo mezza Europa. L'allora premier Timoshenko, secondo l'accusa, avrebbe accettato un contratto svantaggioso per il suo Paese, con un danno di oltre 1,5 miliardi di grivnie (131 milioni di euro): il prezzo base fissato tra Gazprom e Naftogaz Ukraini per il periodo 2009-2019 era di 450 dollari per 1000 metri cubi, una somma ritenuta economicamente infondata e una delle piu' alte in Europa. Ma 'Iulia' ritiene che ''tutte queste inchieste sono aperte nello studio di Ianukovich'': e' il presidente, a suo avviso, l'ispiratore di questa ''repressione giudiziaria'', per impedirle di fare opposizione e di partecipare alle elezioni parlamentari del prossimo anno.

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