L’Ucraina vieta l’ingresso agli uomini russi: “Potrebbero essere militari”

L'Ucraina vieta l'ingresso agli uomini russi: "Potrebbero essere militari"
L’Ucraina vieta l’ingresso agli uomini russi: “Potrebbero essere militari” (Nella foto Ansa, Petro Poroshenko)

MILANO – Continua ad aumentare la tensione fra Russia e Ucraina. Kiev ha deciso di restringere l’ingresso nel Paese dei cittadini russi tra i 16 e i 60 anni “in modo che la Federazione Russa non formi distaccamenti di eserciti privati in Ucraina, che sono in realtà avamposti delle forze armate russe”, ha annunciato il presidente Petro Poroshenko su Twitter, dopo aver incontrato i vertici militari ucraini per chiedere un giro di vite nella registrazione dei russi che arrivano nel Paese.

Nel frattempo l’esercito di Kiev ha svolto esercitazioni nell’area del mar d’Azov. In una nota del Comando Interforze ucraino che si occupa della crisi nel Donbass si legge che “l’aviazione ha imitato raid nemici contro le unità che proteggono la costa marina”. L’obiettivo, secondo l’ufficio stampa, sarebbe stato quello di “migliorare la gestione dei sistemi nel corso di sortite del nemico a bassa quota”.

Ma secondo Mosca le cose stanno molto diversamente. Per la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, “l’Ucraina potrebbe sprofondare nella guerra civile. Alle forze dell’ordine ucraine sono stati concessi poteri straordinari, incluso l’uso della forza senza l’autorizzazione dei tribunali o dei pm, e questo pone seri rischi”, ha detto Zakharova in riferimento alla legge marziale introdotto in Ucraina per volere di Poroshenko. 

Una legge che permette al governo di limitare le manifestazioni pubbliche e il diritto di sciopero, e di regolare l’attività dei media in base alle necessità di guerra e quindi limitare il diritto di opinione e di parola. I cittadini potranno essere obbligati a svolgere compiti “socialmente necessari” per le strutture di difesa e a ospitare militari nelle loro case se verrà loro ordinato. Verranno inoltre ridotti il diritto al segreto delle comunicazioni (comprese lettere e telefonate) e quello alla non intromissione nella vita privata familiare, il diritto allo spostamento e il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione e quello a possedere, usare e gestire i propri beni, che potranno quindi essere confiscati e utilizzati dallo Stato.

L’Ucraina non aveva introdotto la legge marziale nemmeno nel 2014 e nel 2015, durante il periodo più sanguinoso della guerra nel Donbass tra le truppe governative di Kiev e i ribelli separatisti sostenuti dal Cremlino. Poroshenko ha sempre sostenuto che l’introduzione della legge marziale avrebbe messo in pericolo la democrazia nel Paese e messo a rischio i prestiti da parte del Fondo monetario internazionale. 

Secondo diversi analisti la decisione di applicare adesso la legge marziale dopo lo scontro nel mar d’Azov sarebbe un tentativo di usare la carta del conflitto con la Russia per aumentare la propria popolarità in vista del voto del 31 marzo, che lo vede sfavorito alle spalle dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko e dell’attore Volodymyr Zelensky.  

 

 

 

 

 

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