Qual è il piano strategico di Putin ora che ha preso il pieno controllo sulla regione di Luhansk? In un articolo, bbc.com riferisce che la feroce e prolungata battaglia prevista per Lysychansk è stata evitata.
Secondo Serhiy Haidai governatore ucraino di Luhansk, la battaglia non si è combattuta per un ritiro strategico. “Attualmente la Russia ha un enorme vantaggio in artiglieria e munizioni. L’avrebbero semplicemente distrutta, dunque non aveva senso restare”.
Ciò sembra coincidere con i resoconti russi della cattura della città, apparentemente senza opposizione. I video postati sui social media mostrano combattenti ceceni che ballano nei distretti centrali. Forse festeggiano.
La presa di Lysychansk significa che la Russia ha sostanzialmente il controllo sull’intera regione di Luhansk, un obiettivo strategico fondamentale dell’invasione dell’Ucraina da parte del presidente Putin.
Il punto
Cosa significa dunque sia per la battaglia per il Donbas, ma anche per la guerra in generale? Partiamo dalla prospettiva ucraina. Per loro, la cosa cruciale era evitare un accerchiamento, come si è visto a Mariupol. Sebbene la loro difesa della città abbia rallentato l’avanzata russa di molte settimane, il risultato finale è stata l’uccisione o la cattura di migliaia dei soldati più validi dell’esercito ucraino.
L’Ucraina voleva evitarlo a tutti i costi. Nel suo discorso alla nazione, il presidente Zelensky lo ha affermato esplicitamente. “Ricostruiremo le mura, riguadagneremo la terra, ma le persone devono essere salvate prima di ogni cosa”.
Poche ore dopo la caduta di Lysychansk, il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovych è arrivato addirittura a definire la difesa di Lysychansk-Severdonetsk “un’operazione militare di successo”.
Dato che la bandiera russa ora sventola sopra entrambe le città, questa logica può sembrare un po’ strana, ma il punto è che stavano giocando una partita lunga, guadagnando tempo prezioso.
Per comprendere questa logica, è necessario capire l’importanza delle armi occidentali per la resistenza dell’Ucraina. In poche parole, senza i rifornimenti di armi della Nato si troverebbero in problemi ancora più grandi di quelli attuali. Più a lungo possono ritardare l’avanzata russa, tanto più possono introdurre nel combattimento avanzati sistemi di artiglieria e missili.
Secondo alcune voci, l’HIMARS fornito dagli Stati Uniti, già in azione, sembra già alteri radicalmente l’equilibrio del conflitto. Più tempo significa più forniture di armi, il che a sua volta fa pendere la bilancia a loro favore, soprattutto perché le sanzioni comportano che la Russia sta lottando per sostituire gli armamenti e le munizioni.
Gli obiettivi di Putin
Attualmente lo scopo dichiarato della Russia è la cattura, che definisce “liberazione”, del Donbass. Prendendo Luhansk si è avvicinata di un passo. Il suo significato è stato sottolineato dal presidente Putin, quando ha nominato i comandanti dell’offensiva “Eroi della Federazione Russa”, il più alto titolo onorifico. Ora cosa accadrà? Sembra quasi certo che spingeranno avanti l’offensiva per prendere il resto del Donbass, in particolare le città di Sloviansk e Kramatorsk, entrambe bombardate nei giorni scorsi.
Sembra che Sloviansk abbia un significato particolare per il movimento separatista, essendo il luogo delle prime rivolte nel 2014. Ma la strategia russa non è chiara. Molto dipenderà dallo stato dell’esercito se – e quando – prenderanno il Donbass.
Putin lo ha tacitamente riconosciuto dicendo: “Le unità che hanno preso parte alle ostilità e hanno ottenuto successo e vittoria a Luhansk dovrebbero riposare così da accrescere le loro capacità di combattere”. Se l’esercito si riprenderà potrebbero conquistare l’intero sud dell’Ucraina, fino e forse anche includendo la grande città di Dnipro o oltre.
Se, tuttavia, come prevedono molti analisti i militari saranno sfiniti – e come ha accennato Putin – è ipotizzabile che dichiarino la fine della “operazione militare speciale”, l’eufemistica frase russa per questa guerra su vasta scala. Potrebbero sperare che un cessate il fuoco unilaterale possa prendere un po’ di vigore dal sostegno internazionale all’Ucraina, con alcuni, forse Francia e Germania, che spingono per la pace.
L’Ucraina senza dubbio continuerebbe la lotta, ma senza un flusso costante di armi potrebbe essere che si traformi in un conflitto congelato, proprio come è successo tra il 2014 e il 2022. Ciò andrebbe bene alla Russia, che manterrebbe l’Ucraina in uno stato di disordine e caos. Per ora, nulla di tutto ciò è certo, entrambe le parti affermano di avere il sopravvento. In effetti, vale la pena notare che l’Ucraina ha avuto recenti successi, in particolare la riconquista dell’Isola dei Serpenti nel Mar Nero dove è stata nuovamente issata la bandiera blu e gialla. L’unica cosa di cui possiamo essere sicuri, commenta bbc.com, è che questa guerra non finirà presto, il popolo della regione di Donetsk sarà il prossimo a subirne le conseguenze.