MINSK – Vladimir Putin e Petro Poroshenko si sono stretti la mano. Ci si attacca anche a questo all’inizio di un vertice, quello di Minsk, che si annuncia drammatico, E che, in caso di fallimento, potrebbe portare all’intensificarsi ulteriore della guerra in Ucraina. Ma, proprio mentre i due si stringevano la mano e prendevano posto uno di fronte all’altro in Ucraina si continua a morire. Si muore a Donetsk, per esempio, dove colpi di artiglieria oggi 11 febbraio hanno ucciso almeno sei civili.
Il vertice di questa sera, oltre a Putin e Poroshenko ci sono anche Angela Merkel e Francois Hollande, è decisivo. Qualche segnale di timida speranza per una conclusione positiva viene da fonti vicine alla russia. Riporta l’agenzia Reuters per esempio che fonti russe dicono che “al 70% il vertice si concluderà con una firma su un accordo”. Motivo? “I presidenti non si muovono a vuoto”. E visto che fino a ieri la presenza era in dubbio qualche motivo per essere positivi c’è.
Decisamente meno ottimista il “fronte occidentale”. Secondo il portavoce di Angela Merkel “c’è un barlume di speranza, niente di più”. L’accordo manca sullo status legale delle due regioni ribelli di Donestk e Lugansk che si sono autoproclamate repubbliche indipendenti. Kiev non riconosce l’esito delle elezioni. Un’intesa ci sarebbe invece sulla necessità di istituire subito un cessate il fuoco e sulla zona cuscinetto demilitarizzata tra le truppe di Kiev e i separatisti.
Clima di tensione. ‘Incidente diplomatico’ mentre il presidente ucraino Petro Porosheko entrava al palazzo dell’ indipendenza per il vertice di pace sul Donbass: un giornalista della compagnia televisiva russa Vgtrk (il secondo canale), Pavel Zarubin, ha chiesto al leader ucraino: ”Perche’ sparate contro i civili?”. Poroshenko non ha risposto, ma al giornalista e’ stato proibito di seguire l’incontro.