Usa, ok del Senato ad accordo sul debito. Obama: “Pronto a lavorare con tutti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2013 - 18:42| Aggiornato il 17 Ottobre 2013 OLTRE 6 MESI FA

Usa, accordo sul debito raggiunto al Senato: Wall Street schizza di 200 puntiWASHINGTON –  Gli Stati Uniti non falliranno, niente più rischio di una “bomba atomica”, per dirlo con le parole di Barack Obama. E’ stato infatti approvato al Senato l’accordo su shutdown e debito negli Stati Uniti. I leader democratico e quello repubblicano del Senato, Harry Reid e Mitch McConnell, hanno raggiunto l’intesa finale sulla misura che permette di sbloccare lo shutdown ed alzare il tetto del debito.

Un pronunciamento scontato: 81 si e 18 no, dopo il voto positivo sul passaggio procedurale. Tra i 18 senatori repubblicani che hanno votato contro l’intesa bipartisan alla Camera alta ci sono Ted Cruz, Marco Rubio e Rand Paul, tutti e tre al momento papabili per candidarsi alla nomination del Grand Old Party in vista della prossima corsa per la Casa Bianca del 2016.

Ora, quando mancano poco meno di 4 ore alla scadenza del default, il testo va alla Camera per il via libera finale, prima della firma del presidente Barack Obama che già esulta: ”Grazie ai leader del Senato per essere arrivati all’intesa, che appena diventerà legge sono pronto a firmare”, ha detto poco dopo il voto.

Obama, congratulandosi per l’intesa bipartisan che ha evitato il default ha aggiunto: “Non c’e’ motivo per continuare con questo clima di scontro: sono pronto a lavorare con chiunque. I democratici non hanno il monopolio delle buone idee”. “Gli eletti -ha proseguito – devono riguadagnare la fiducia degli americani. E’ necessario evitare di governare da una crisi all’altra. Speriamo che la prossima volta non troviamo l’intesa all’ultimo momento”.

A pochi minuti dalla diffusione della notizia, la borsa di Wall Street ha registrato un guadagno di 200 punti. Il provvedimento, se approvato anche dalla Camera, impedirà il fallimento tecnico dello Stato americano, impossibilitato a far fronte ai pagamenti.

“Abbiamo combattuto, ma abbiamo perso”, ha detto il presidente della Camera John Boehner che nei giorni scorsi si era schierato con la destra radicale del Tea Party per i tagli alla spesa e contro l’Obamacare. Boehner ammette la sconfitta ma assicura che alla Camera non bloccheranno l’accordo raggiunto in Senato: “Non sarebbe per noi una buona tattica”. La strada perciò sembra ormai spianata.

La riapertura dello Stato Federale sino al 15 gennaio e l’innalzamento del debito sino al 7 febbraio. Oltre a modifiche fiscali marginali alla riforma sanitaria, la Obamacare. Questo è quanto prevede, in sintesi, l’accordo bipartisan. Se l’accordo non fosse stato raggiunto il Tesoro non sarebbe stato più in grado di prestare soldi già da domani sera, e nelle casse dello Stato sarebbe rimasto denaro liquido solo fino alla giornata di martedì.

Ora tocca alla Camera votare per il testo dell’accordo bipartisan raggiunto. Il testo porrà fine allo shutdown (la chiusura delle attività federali non essenziali) giunto al 16esimo giorno, prolungando il bilancio fiscale fino al 15 gennaio 2014. Inoltre consentirà lo sforamento del tetto del debito (16.700 miliardi che sarebbe stato raggiunto dalla mezzanotte di domani negli Usa, le sei del mattino in Italia) fino al 7 febbraio. Lo ha annunciato lo staff del presidente della Camera, il repubblicano John Boehner.

Dopo l’ennesimo stop, al Senato il leader democratico Reid e quello repubblicano McConnell avevano ripreso le trattative, ma si erano subito detti “ottimisti” sulla possibilità di raggiungere un accordo. La situazione politica che ha paralizzato il Congresso ha reso sempre più forte il timore per un downgrade degli Stati Uniti.