Usa, Pentagono in allarme. Aumenta numero militari che si suicidano

Pubblicato il 13 Giugno 2012 - 12:55| Aggiornato il 5 Luglio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il Pentagono

WASHINGTON, STATI UNITI – Muoiono di continuo, uccisi non da ferite di guerra ma dai suicidi. Dal primo gennaio 2012, ogni giorno un militare americano si e’ tolto la vita: tra le truppe in servizio attivo, si sono registrati 154 suicidi in 155 giorni dell’anno, fino al 3 giugno scorso. Cifre da strage, quasi il 50 per cento in piu’ dei militari uccisi nello stesso periodo in combattimento in Afghanistan.

E la cosa preoccupa in particolare perche’ la tendenza e’ in aumento. Anzi, si e’ impennata: del 18% rispetto al 2011, del 25% rispetto al 2010, e del 16% nel confronto con il 2009, sinora considerato l”annus horribilis’ per il numero piu’ alto mai registrato di suicidi tra le truppe.

Il tragico fenomeno e’ preso molto sul serio dal Pentagono e dai servizi per i veterani, che stanno tentando una serie di interventi di aiuto psicologico e medico per i militari che tornano dai luoghi di combattimento.

Lo stesso segretario alla Difesa, Leon Panetta, ha di recente inviato un memorandum ai dirigenti militari e civili del ministero in cui definisce i suicidi ”uno dei problemi piu’ urgenti e complessi”, e sottolinea la necessita’ di ”continuare a lavorare per l’eliminazione di qualsiasi giudizio o discriminazione nei confronti di chi soffre di stress post-traumatico e altri problemi mentali”.

Tra i piu’ colpiti dai suicidi sono i soldati dell’esercito, seguiti da quelli dell’Air Force e della marina, mentre ad aver registrato una seppur parziale diminuzione dei casi sono stati i marines. Ma gli stessi esperti faticano a capire il perche’ dell’incremento generale. Tra le varie motivazioni, lo stress prolungato a causa di piu’ di un dislocamento al fronte, problemi post-traumatici, uso errato di farmaci, problemi economici al ritorno in patria.

Ei dati riguardano solo i suicidi tra i militari in servizio attivo e non i reduci che sono tornati alla vita civile dopo l’Iraq o l’Afghanistan, tra cui pure si rilevano elevati tassi di suicidi.