Usa: caro-benzina non si ferma, Obama attacca petrolieri

NEW YORK, 17 MAR – Ormai per Barack Obama quella contro i petrolieri e' diventata una crociata. Col prezzo della benzina a livelli record e i candidati repubblicani alla nomination presidenziale che su questo terreno tentano di metterlo alle corde, il presidente americano torna ad attaccare pesantemente le compagnie che a suo dire alimentano il caro-energia, e per di piu' continuano a beneficiare dei sussidi statali. Una cosa per Obama inaccettabile. L'inquilino della Casa Bianca – con davanti agli occhi i titoli dei giornali che sottolineano il balzo del 6% del prezzo dei carburanti in febbraio – lo ha ripetuto nel suo tradizionale messaggio del sabato alle famiglie americane, usando toni duri. ''Mentre le compagnie petrolifere stanno piu' che mai facendo soldi, noi gli stiamo ancora ragalando 4 miliardi di dollari all'anno in sussidi presi dalle vostre tasse'': per il presidente si tratta di una situazione che non ha giustificazioni. Anche perche' – accusa – ''c'e' chi gioca col mercato dell'energia, provocando una distorsione dei prezzi del petrolio e facendo grandi profitti per se stesso e a vostre spese''

Dunque, non ci sono piu' scuse – attacca Obama – bisogna farla finita con queste agevolazioni, ''e mi aspetto che il Congresso nelle prossime settimane abolisca questi sussidi''. Il messaggio e' chiaramente rivolto ai repubblicani, accusati di voler difendere solo gli interessi dei grandi gruppi: ''O stanno con voi o stanno con le grandi compagnie petrolifere''. ''E i vostri rappresentanti in Congresso dovrebbero combattere per voi. Non per i grandi gruppi finanziari. Non per le grandi compagnie petrolifere'', affonda ancora il presidente rivolgendosi alle famiglie americane, e invitandole a inviare una mail, a chiamare i propri parlamentari, per convincerli a stare con la gente, ''ad essere onesti'', senza sparare facili promesse come quello del 'prezzo bloccato' della benzina, solo per ottenere voti.

Intanto gli esperti prevedono che la corsa del caro-benzina negli Stati Uniti per ora non si fermera', con la media dei prezzi quasi certamente destinata a raggiungere e superare la soglia psicologica dei 4 dollari a gallone: alla fine di questa settimana si era sui 3,831 dollari. Tutto cio' non solo per effetto delle tensioni internazionali nell'area del Golfo Persico, ma anche per lo stop di alcuni importanti impianti di raffinazione nel Nordest del Paese. Da New York a Philadelfia, infatti – come scrive il Wall Street Joaurnal – alcune raffinerie sono state fermate o chiuse definitivamente perche' in perdita a causa dell'aumento del prezzo del greggio. Una bella grana per Obama che – al di la' della sua strategia volta a ridurre la dipendenza degli Usa dal pretrolio, sviluppando le fonti energetiche alternative – e' chiamato a dare risposte immediate al problema. Un problema che affligge milioni di famiglie e mette a rischio la ripresa economica americana.

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