Usa. Cheney nel 2007 voleva bombardare la Siria, ma Bush non l’ascoltò

Pubblicato il 25 Agosto 2011 - 11:51 OLTRE 6 MESI FA

L'ex-vice-presidente Dick Cheney

WASHINGTON, STATI UNITI – L’ex-vice-presidente Dick Cheney scrive nelle sue memorie di prossima pubblicazione che a giugno del 2007 sollecitò il presidente George W.Bush a bombardare quello che secondo le informazioni in suo possesso era un reattore nucleare in Siria.

Ma Bush non seguì il suo consiglio e scelse la via diplomatica dopo che svariati consiglieri – ancora scottati ”dagli erronei rapporti di intelligence ricevuti riguardo alle armi di distruzione di massa in Iraq” – espressero la loro contrarietà. Lo riferisce il New York Times, che ha ottenuto in anticipo una copia delle memorie, intitolate Nel Mio Tempo: Memorie Personali e Politiche”.

Cheney scrive che nel consigliare il bombardamento la sua ”era una voce solitaria alla Casa Bianca’. Ma alla fine il suo suggerimento fini’ per concretizzarsi quando a bombardare il reattore nucleare siriano furono gli israeliani solo tre mesi dopo con ”l’Operazione Frutteto’ del 6 settembre 2007.

Nell’autobiografia Cheney parla diffusamente dei suoi problemi di salute, che hanno incluso svariati attacchi cardiaci. In una intervista alla NBC, l’ex-vicepresidente ha rivelato di aver scritto e firmato una lettera segreta di dimissioni, custodita in cassaforte, nel caso che non fosse stato più capace di svolgere le sue funzioni.

Cheney scrisse la lettera nel marzo 2001, circa due mesi dopo aver assunto il suo incarico, di cui erano a conoscenza solo Bush e un suo fidato aiutante. Nel suo libro Cheney racconta che dopo l’intervento cardiaco del 2010 rimase privo di conoscenza per settimane.

Secondo il New York Times, l’autobiografia include frequenti critiche agli altri membri dell’amministrazione Bush. Cheney accusa l’ex-segretario di stato Condoleezza Rice di ingenuità e l’ex-segretario di Stato Colin Powell di indebolire Bush ”criticando le politiche dell’amministrazione presso personaggi al di fuori del governo”. Ne ha anche per l’ex-direttore della Cia George Tenet, la cui decisione di dimettersi nel 2004, quando i tempi erano difficili, ”è stata sleale nei confronti del presidente”. Tenet ha lasciato quando infuriava il dibattito sulle armi di distruzione di masa in Iraq e gli Stati Uniti si prepaavano all’invasione.

Nell’epilogo delle memorie, Cheney scrive che durante il periodo in cui è rimasto privo di conoscenza dopo l’intervento cardiaco del 2010 ha avuto ripetuti sogni di trovarsi in una villa in Italia, percorrendo i sentieri di pietra del giardino per andare a prendere il caffè e i giornali.