Usan, al via la convention dei conservatori. Ma è scontro sui gay

WASHINGTON – Gay di destra contro i forum delle famiglie ultraconservatrici. Stavolta hanno vinto gli omosessuali. E, per rappresaglia, l’American Society for the Defence of Tradition, Family and Prosperity ha boicottato l’evento. E’ lo scontro che tiene banco nel giorno d’apertura del Cpac, la Conservative Political Action Conference, al via in un mega albergo di Washington. Un tradizionale appuntamento che si ripete ogni anno, in cui la ‘Right Nation’ per tre giorni mostra i muscoli, facendo parlare di sé.

Stavolta, dopo il successo del voto di midterm, la ‘big tent’ repubblicana comincia anche a ragionare sul suo futuro. E su chi sarà il candidato ideale per battere l’odiato Barack Obama nel 2012.

A metà strada tra un congresso di partito e una fiera, la Cpac attira almeno 11 mila conservatori d’America, tutta gente che politicamente si trova sospesa tra la destra dell’establishment repubblicano e il Tea Party. Sul palco del Marriott Hotel si alternano i maggiori candidati potenziali del Grand Old Party, da Mitt Romney a Newt Gingrich, da Rand Paul a Michelle Bachmann, da Tim Pawlenty a John Bolton.

Spicca l‘assenza di Sarah Palin. Forse perché detesta parlare a Washington. Oppure, come maligna Rick Santorum, un altro possibile candidato alla Casa Bianca, perché ”non s’è messa d’accordo sul cachet”. Palin replica piccata di ”non capire il perché di tanto baccano attorno alla sua assenza”, visto che, ricorda alla Fox, non ha ”mai partecipato prima a questa conferenza”.

Ma, al di là delle schermaglie tra leader, i veri protagonisti del Cpac sono le centinaia di organizzazioni, tra le più diverse, presenti tutte con il loro banchetto espositivo, come in una fiera, per spiegare al pubblico il senso della loro battaglia. Un arcipelago sterminato che va dalla ‘Poker Players Alliance’ che chiede la liberalizzazione totale del gioco d’azzardo, ai ragazzi di ‘Pro-english’ che puntano a difendere la purezza della lingua inglese dalle contaminazioni portate dagli immigrati.

Oltre a loro ci sono anche gli omosessuali di destra del GO-Proud. Si tratta di un’organizzazione che a partire dal nome (un gioco di parole tra Grand Old Party e Orgoglio) rivendica la sua identità sessuale e la sua appartenenza alla destra. La loro presenza ha provocato il boicottaggio di tante altre organizzazioni che si battono in difesa dei ‘family values’, contrari ai matrimoni gay e soprattutto della libertà degli soldati omosessuali di affermare la propria identità sessuale.

”La Cpac ha accettato un gruppo come GO-Proud nato 2 anni fa che ha una base elettorale insignificante e nessun appeal tra i conservatori, capaci solo di creare divisioni al nostro interno”, attacca un forum integralista cattolico che per ritorsione ha disertato l’appuntamento. Il suo comunicato s’intitola : ”Cpac, non tradire i nostri principi”. ”Un terzo dei gay americani vota a destra, e noi vogliamo rappresentare il loro pensiero”, replica pacato Jimmy La Salvia, direttore di GO-Proud, figlio di immigrati di Salerno. ”Tutti qui ci vogliono bene. Chi ha protestato contro di noi rappresenta una piccola minoranza del campo conservatore”, assicura sorridente.

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