WASHINGTON – La Russia non ha raccolto solo materiale su Hillary Clinton, ma anche su Donald Trump. E con quel materiale, se volesse, potrebbe ricattare il presidente degli Stati Uniti. E’ quanto emerge da un dossier (la cui autenticità non è confermata) citato da diversi media americani e pubblicato integralmente dal sito BuzzFeed. Un dossier che contiene informazioni personali e finanziarie compromettenti per il tycoon, tra cui, forse, ci sarebbe anche un video di Trump con alcune prostitute durante un viaggio a Mosca nel 2013. Il presidente eletto come di consueto liquida la cosa con un tweet: “Notizie false. Una vera e propria caccia alle streghe politica”.
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Le informazioni, giudicate da più parti “potenzialmente esplosive”, non provengono dall’intelligence statunitense, ma da un uomo che dice di essere un ex agente segreto britannico. La loro attendibilità, sottolineano i media americani, non è stata ancora stabilita ed è adesso oggetto di verifica da parte dell’Fbi.
Stando a quanto emerge, il rapporto è stato incluso come appendice alla relazione dell’intelligence Usa sulle ‘cyberintrusioni’ guidate dalla Russia, ma non è frutto di quella inchiesta. I vertici dell’intelligence Usa hanno tuttavia deciso di includere questo materiale aggiuntivo (seppur non ancora verificato) come parte della documentazione presentata nei giorni scorsi ad un gruppo ristretto di interlocutori (nello specifico Obama, Trump e solo alcuni membri del Congresso) con lo scopo principale di informare il presidente eletto che tali indicazioni circolano a Washington e per sottolineare che la Russia avrebbe raccolto informazioni potenzialmente dannose per entrambi i partiti politici, salvo diffondere poi soltanto quelle relative al fronte democratico.
La ricostruzione presenta ancora zone d’ombra. I dossier in questione sarebbero stati recuperati da un ex agente britannico dell’MI6 che in passato aveva collaborato con l’intelligence americana. Un altro passaggio della vicenda indica inoltre, stando ancora alla Cnn, che il senatore repubblicano John McCain, a sua volta informato da un ex diplomatico britannico per un periodo di stanza a Mosca, era venuto in possesso del materiale riguardante un lasso di tempo tra giugno e dicembre 2016, e che ne aveva consegnato copia al direttore dell’Fbi James Comey. A quel punto però Comey era già a conoscenza di alcuni memo datati fino ad agosto 2016, consegnati a quanto risulta da un ex agente dell’MI6 ad un agente dell’Fbi a Roma. Al momento nessuna delle fonti ufficiali americane ha commentato la vicenda.