Usa, elezioni. Asse Netanyahu-Romney per far fuori Obama?

Pubblicato il 4 Febbraio 2012 - 11:07| Aggiornato il 6 Febbraio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu

WASHINGTON, STATI UNITI – Sara’ la guerra in Iran a decidere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Con un ”asse” tra il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e il repubblicano Mitt Romney per far fuori il presidente Barack Obama: e’ la tesi di Max Blumenthal, scrittore e giornalista progressista, autore di bestseller e collaboratore del New York Times, Los Angeles Times, Daily Beast e Huffington Post.

In un’intervista sul sito therealnews.com, visibile integralmente nel blog www.potus2012.it, Blumenthal, figlio di un consulente di Bill Clinton, osserva che la crisi iraniana potrebbe diventare un tema cruciale nei mesi decisivi di questa competizione presidenziale. Con i caucus odierni nel Nevada, che quasi certamente confermeranno la leadership di Romney sui suoi avversari interni, e’ l’Iran a tener banco nei dibattiti sulle prospettive elettorali.

Tanto che, dopo i ripetuti dissapori tra Obama e l’attuale governo israeliano, Blumenthal mette nero su bianco quello che tutti sanno, ovvero che ”Netanyahu apprezzerebbe molto l’arrivo di un repubblicano alla Casa Bianca”. Come si legge ormai da tempo, in molti pensano che Israele colpira’ l’Iran in primavera. E potrebbe farlo anche senza l’appoggio americano, magari informando Washington appena 12 ore prima.

A quel punto – osserva Blumenthal – e’ evidente che l’attacco israeliano avrebbe conseguenze immediate sulla campagna elettorale. Ci sarebbero manifestazioni e forti pressioni su Obama. Come ha detto di recente l’economista Nouriel Roubini, una guerra in Iran avrebbe infatti conseguenze drammatiche sull’economia mondiale, e in particolare su quella americana.

L’Iran con ogni probabilita’, per rappresaglia, chiuderebbe lo stretto di Hormuz e tutto il mondo sarebbe colpito da una gravissima recessione. A questo punto vale ricordare – aggiunge Blumenthal – che le prossime elezioni presidenziali si giocano tutte sui posti di lavoro, e non certo sul nucleare iraniano. Cosi’, secondo questa ipotesi, Barack Obama andrebbe alla convention di Charlotte con un’economia in frantumi e con il suo avversario, molto probabilmente Mitt Romney, pronto ad accusarlo di non essere stato capace di neutralizzare per tempo la minaccia di Teheran e quindi evitare l’attacco israeliano.

Per la Casa Bianca è uno scenario da incubo. ”E questa è forse l’unica chance che un candidato debole come Romney ha per battere Obama”, osserva Blumenthal”, il quale ricorda infine che lo staff di Romney da tempo si e’ attrezzato per questa prospettiva: ”Il suo consigliere capo in politica estera e’ Eliot Cohen, inventore della formula ”Quarta Guerra Mondiale”, quella contro il terrorismo. E Cohen preme a favore di un intervento militare Usa contro l’Iran sin dal 2002”.