Usa, elezioni. Chen infiamma campagna elettorale, Romney accusa Obama

Pubblicato il 4 Maggio 2012 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA

Mitt Romney

WASHINGTON, STATI UNITI – Il caso di Chen Guangcheng irrompe nella campagna elettorale statunitense, con i repubblicani che attaccano la Casa Bianca per come la vicenda del dissidente cinese cieco rifugiatosi presso l’ambasciata Usa a Pechino e’ stata gestita. Durissimo l’affondo di Mitt Romney: ”Per Obama e’ il giorno della vergogna”.

Il candidato del Grand Old Party, che sfidera’ il presidente Barack Obama nell’Election Day del prossimo 6 novembre, critica l’evolversi della vicenda, che ha visto Chen Guancheng, per sei giorni rifugiato nell’ambasciata, poi riconsegnato alle autorita’ cinesi dopo una difficile trattativa condotta da un emissario del segretario di stato americano Hillary Clinton.

Clinton si trova da mercoledi nella capitale cinese insieme al segretario al Tesoro, Timothy Geithner, per partecipare a dei colloqui, gia’ programmati da tempo, tesi a rafforzare le relazioni economiche e strategiche tra i due Paesi, una delle priorita’ della politica estera di Obama.

”Se e’ e’ vero quello che si dice, vale a dire che Chen e’ in un ospedale di Pechino sotto controllo cinese e’ un giorno molto buio per la liberta’. Ed e’ una giornata vergognosa per l’amministrazione Obama”, ha incalzato nel corso di un evento elettorale in Virginia Romney, che gia’ nei giorni scorsi aveva messo in guardia il presidente dal cedere di fronte alle pressioni delle autorita’ cinesi.

I repubblicani tornano quindi a cavalcare una delle tesi che fin dall’inizio della campagna elettorale utilizzano contro l’attuale inquilino della Casa Bianca. Quella di un presidente troppo accondiscendente in politica estera: nei confronti di Pechino come verso il regime di Teheran o verso gli ‘ex-nemici’ russi.

Una critica che Obama e i democratici hanno sempre respinto con forza, rivendicando i successi ottenuti in politica estera durante l’attuale presidenza: dalla caduta del regime libico di Gheddafi, all’uccisione di Osama Bin Laden. ”L’amministrazione statunitense continuera’ a monitorare da vicino e a vigilare sull’evoluzione del caso Chen”, ha replicato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolineando come Chen non sia stato assolutamente abbandonato dagli Stati Uniti.

Lo stesso ambasciatore americano a Pechino, Gary Locke, in un’intervista alla Cnn ha affermato che la sede diplomatica Usa era pronta ad ospitare anche ”per anni” il dissidente cinese qualora fosse stato necessario. E – ha aggiunto – e’ stato lo stesso Chen a voler andare via. Intanto un responsabile dell’associazione China Aid, che difende la liberta’ religiosa in Cina, nel corso di una conferenza stampa tenuta a Washington ha fatto sapere di aver parlato al telefono con Chen che – dall’ospedale dove si trova attualmente – avrebbe espresso la volonta’ di andare negli Stati Uniti con la propria famiglia per curarsi, senza pero’ fare riferimento ad una eventuale richiesta di asilo politico.