Usa, elezioni. Tre miliardari di destra schierati per stroncare Romney

Sheldon Adelson, uno dei tre miliardi contro Romey

WASHINGTON, STATI UNITI -Tre mega-miliardari americani conservatori che hanno più dollari di quanti ne riuscirebbero mai a contare si sono messi in testa di stroncare Mitt Romney, il moderato favorito tra i repubblicani nella Corsa alla Casa Bianca. I soldi e i super Pac, i controversi collettori di contributi privati, ora possono fare la differenza.

Nelle prossime settimane i tre straricchi bombarderanno di spot gli elettori della South Carolina e della Florida, gli stati dove si vota il 21 e il 31 gennaio, allo scopo di condizionare l’esito della sfida interna al Grand Old Party e riaprire i giochi per la poltrona del futuro candidato che dovrebbe cacciare il presidente Barack Obama dalla Casa Bianca.

L’uomo da battere e’ infatti Romney, ed e’ lui il loro obiettivo. Dopo i successi in Iowa e in New Hampshire, se l’ex governatore del Massachusetts dovesse vincere anche nel ”Palmetto State” (cosi’ viene chiamato la South Carolina negli Usa), gia’ sabato sera metterebbe una seria ipoteca sulla nomination repubblicana 2012.

Ci sono pero’ i tre miliardari che all’impressionate suono di di milioni di dollari puntano a rendergli la vita piu’ difficile, aiutando i suoi concorrenti. Del primo s’e’ gia’ parlato nei giorni scorsi: e’ Sheldon Adelson, magnate dei casino’ di Las Vegas, big sponsor di Newt Gingrich, l’ex speaker della Camera. Nei giorni scorsi Adelson ha staccato un assegno di 5 milioni di dollari per finanziare il super Pac ”Winning the Future”, l’organizzazione che ha lanciato per conto di Gingrich il famoso spot tutto contro Romney, definito ”The King of Bain”.

Una clip acida, dai toni violenti, in cui si ricorda agli americani il suo passato di finanziere senza scrupoli, a capo della Bain Capital, capace di mettere sul lastrico intere famiglie pur di fare milioni. Una campagna negativa che nel Hampshire non ha avuto l’esito sperato. Romney ha vinto con ampio margine e Gingrich s’e’ dovuto accontentare di briciole. Tanto che lo stesso ex-speaker ha fatto autocritica. Ma nel suo immenso insieme l’America non e’come l’East Coast, tutto sommato progressista.

E quella propaganda potrebbe essere molto utile a Gingrich nella cosiddetta ”Bible Belt”, la ”cintura’ della Bibbia” degli Stati molto piu’ conservatori, se non bigotti, e meno disincantati di quelli del New England. Il secondo miliardario prepotentemente in campo per ostacolare Romney e’ Foster Friess, un boss dei fondi privati di previdenza del Wyoming, che grazie al super Pac Red, ”White and Blue Fund”, sta foraggiando generosamente la campagna di Rick Santorum, l’ex senatore della Pennsylvania cattolico, falco e  super-conservatore, per la cronaca di origini italiane.

Di recente, dopo l’exploit dell’Iowa dove ha quasi vinto contro Romney nel primo scrutinio primario, Friess ha definito Santorum, nipote di un minatore trentino emigrato nel 1925 in America per sfuggire al fascismo come, ”il candidato piu’ eleggibile”. Dopo quel Caucus (una assemblea di elettori), il sito progressista Daily Kos ha titolato: ”Ecco Foster Friess, il miliardario che ha comprato l’Iowa per Santorum”.

Infine c’è Jon Huntsman senior, padre dell’ex ambasciatore in Cina dell’amministrazione Obama, che oggi corre per cacciare il suo ex capo dalla Casa Bianca. Proprietario di una mega-azienda di prodotti chimici, papà Huntsman sta investendo milioni nella campagna elettorale del figlio Jon Junior, l’ex governatore dello Utah, anche lui mormone come Romney.

In New Hampsire, dove era impegnato da mesi, Huntsman ha raggiunto un decente risultato, arrivando terzo con il 17% dei voti. Abbastanza per continuare a correre e sperare di impensierire Romney, ma sembra che i soldi del padre siano briciole a confronto di quelli di Adelson e Friess.

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