Usa, elezioni. Candidato di Obama sconfitto nello stato-chiave del Wisconsin

Il governatore Scott Walker

WASHINGTON, STATI UNITI -Come se non bastassero il rallentamento dell’economia registrato giorni fa, il conseguente aumento della disoccupazione (fattore ferale per un candidato alla Casa Bianca) e l’impossibilità di concordare con i repubbliani praticamente qualsiasi cosa, questo sembra un periodo in cui i mal di testa per il presidente Barack Obama si susseguono uno dopo l’altro.

L’ultima brutta notizia arriva dal Wisconsin, nel Midwest, dove il repubblicano Scott Walker si è confermato governatore al termine di una sfida durissima. Questo beniamino ultraconservatore dei Tea Party, nemico giurato dei sindacati, ha sconfitto il sindaco democratico di Milwaukee, Tom Barrett. Un voto certamente locale, che pero’ ha assunto il valore di un test dal valore nazionale, in vista delle elezioni presidenziali del 6 novembre.

Si e’ trattato di un ‘recall vote’, ovvero una consultazione straordinaria che ha avuto solo altri tre precedenti nella storia degli Stati Uniti. Di fatto un’elezione anticipata, prevista dalla legge, in seguito a una sorta di sfiducia popolare. In questo caso, a lanciare la mobilitazione per far fuori Walker sono stati i sindacati dei dipendenti pubblici, che l’anno scorso hanno promosso una durissima lotta di piazza contro il governatore Walker, che per risanare le esauste casse dello stato ha tagliato gli stipendi del 20-30% e violato ogni regola contrattuale nazionale, licenziando insegnanti, pompieri e poliziotti.

Nei mesi successivi a questo scontro, i sindacati sono riusciti a mettere insieme una petizione, raccogliendo un milione di firme, che hanno aperto la strada al ”recall vote”, convinti di poter aver la meglio cacciando Walker ed insediando Barrett al suo posto. Ma le cose sono andate molto diversamente. La destra, grazie ai controversi SuperPac, i comitati politici finanziati dall’alta finanza, e’ scesa in campo a fianco di Walker in modo decisivo.

Walker ha avuto cosi’ a disposizione almeno 35 milioni di dollari per pagare i suoi spot che hanno invaso lo stato per settimane. E alla fine dei giochi, i soldi spesi dal partito repubblicano erano otto volte di piu’ di quelli spesi dai democratici. Insomma, i Superpac hanno avuto la meglio sul porta a porta dei sindacati. ”Oggi e’ morta per sempre la democrazia americana. Contro tutti questi soldi non potevamo fare nulla”, commenta afflitto un fan democratico affranto dal risultato.

Lo stesso Obama, del resto, aveva fiutato la sconfitta, evitando con cura di spendersi personalmente in questa sfida. Non a caso, il presidente non s’e’ mai fatto vedere nel Wisconsin in queste settimane di campagna elettorale. Solo oggi, a urne aperte, ha cinguettato su Twitter il suo appoggio a Barrett. Ma a tutti e’ sembrato poco piu’ che un atto di cortesia. E poche ore prima del risultato, il suo portavoce, Jim Carney, chiaramente metteva le mani avanti: ”Non sara’ il barometro politico della nazione, basti pensare alla sproporzione dei soldi spesi dai due candidati”.

Detto questo, come fanno notare molti strateghi elettorali, Obama non puo’ comunque permettersi di perdere il Wisconsin alle elezioni presidenziali: qualsiasi strada che lo porta alla Casa Bianca, passa dalla conquista dei 10 grandi elettori del Wisconsin, tanto pesa questo stato, che resta sulla carta tendenzialmente democratico, ma che ora passa nella categoria degli ”swing states”, dove nessuno dei due maggiori partiti ha una ragionevole certezza di vincere.

Da queste parti, l’ultimo candidato repubblicano a vincere e’ stato Ronald Reagan con la sua ”landslide”, una valanga elettorale, nel lontano 1984. E Obama fara’ di tutto perche’ questo record non venga battuto, tra meno di sei mesi, dal suo sfidante Mitt Romney. Ma Obama può ancora contare di portarsi via il Wisonsin, perchè, come scrive il Los Angeles Times, Mitt Romney non è Ronald Reagan.

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