Usa: Fbi sequestra quattro moschee e grattacielo a Manhattan, base segreta dell’Iran

L’Fbi ha disposto il sequestro della Fondazione Alavi, un’associazione islamica, con la sua moschea, che ha sede nel Piaget Building, un grattacielo sulla Quinta Avenue, nel cuore di Manhattan, sospettata di essere la base segreta del governo Iraniano negli Stati uniti; un’altra moschea è stata sequestrata sempre a New York, nel Queens, una terza a Carmichael, in California, e una quarta a Rockville, nel Maryland.

Il palazzo messo sotto sequestro
Il palazzo messo sotto sequestro

L’Fbi ha disposto il sequestro della Fondazione Alavi, un’associazione islamica, con la sua moschea, che ha sede nel Piaget Building, un grattacielo sulla Quinta Avenue, nel cuore di Manhattan, sospettata di essere la base segreta del governo Iraniano negli Stati uniti, a quanto riferisce l’Associated Press.

Il grattacielo di 36 piani al 650 di Fifth Avenue, all’altezza della 52esima strada, praticamente di fronte alla cattedrale di San Patrick. Con un mossa senza precedenti gli agenti hanno disposto il sequestro di altri tre luoghi di culto islamici in America, dalla California al Maryland. La libertà di culto è protetta negli States dal Primo Emendamento e il sequestro di luoghi religiosi è un evento rarissimo.

Le moschee e il centro islamico non chiuderanno: la procedura giudiziaria prevede infatti una lunga serie di appelli. Ma la decisione infiammerà sicuramente le relazioni tra Iran e Usa già tesisissime dopo l’escalation nucleare di Teheran e il “sequestro” di tre turisti americani accusati di essere delle spie.

Il grattacielo fu costruito nel 1978 dalla Palhevi Foundation intitolata all’allora scià di Persia Reza Palhevi. La fondazione che vi ha preso il posto è stata sospettata negli anni scorsi di essere legata alla Bank Melli, un’istituzione fuorilegge negli Usa, accusata dal tesoro americano di finanziare il programma nucleare iraniano.

Il presidente della fondazione, Farshid Jahedi, è stato arrestato nel 2008. Due giorni dopo, il 19 dicembre 2008, dalle casse della Alawi partiva un assegno tra i 25mila e i 50mila dollari a favore della Willian J. Clinton Foundation, la fondazione dell’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton (e marito dell’attuale segretario di Stato, Hillary).

La mossa dei federali arriva nello stesso giorno in cui Barack Obama ha rinnovato lo stato di emergenza nazionale relativo ai rapporti tra Usa e Iran, che risale al 1979 e che prevede appunto sanzioni economiche e sequestri di beni. Non è ancora chiaro in che modo la decisione del presidente sia legata all’operazione Alavi ordinata dal procuratore Preet Bharara: «Per due decenni», si legge nell’ordine di sequestro, «gli affari della fondazione sono stati diretti da vari diplomatici iraniani, inclusi ambasciatori iraniani all’Onu, e in violazione di una serie di leggi americane».

Un’altra moschea è stata sequestrata sempre a New York, nel Queens, una terza a Carmichael, in California, e una quarta a Rockville, nel Maryland. Ora si teme che la decisione dei federali possa far peggiorare i rapporti già tesi con la comunità islamica dopo il massacro di Fort Hood. Nuovi dubbi serpeggiano sugli allarmi mancati e i possibili legami di Nidal Malik Hasan con gli estremisti musulmani.

E mentre la magistratura militare ha incriminato ufficialmente il maggiore-killer per l’assassinio premeditato di 13 persone (rischia la pena di morte, che dal ’61 non viene eseguita tra soldati) Obama ha aperto una sua inchiesta ordinando all’Fbi, al Pentagono e all’Intelligence di far pervenire tutte le informazioni raccolte in questi anni sull’autore della strage di Fort Hood.

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