Usa, elezioni. Romney nello Iowa cerca la via diretta per la Casa Bianca

Mitt Romney fa campagna elettorale nello Iowa

 DES MOINES, STATI UNITI – Mitt Romney vuole sfondare nello Iowa contro i suo concorrenti repubblicani ed avere la strada verso la Casa Bianca tutta in discesa. Romney, il favorito alla nomination repubblicana, ha deciso di buttarsi anima e corpo nel Caucus (una sorta di primaria) che il 3 gennaio aprira’ la stagione delle primarie vere e proprie. Praticamente, l’ex governatore del Massachussets ha cambiato idea.

 Nelle settimane passate, sembrava avesse trascurato la competizione in uno degli stati piu’ conservatori d’America come è l’Iowa. Lui, moderato, temeva che impegnarsi in quella prova, sulla carta a lui cosi’ ostile, avrebbe potuto danneggiarlo nel prosieguo della competizione. Ma, con una destra sempre piu’ divisa e scompaginata, Romney ha scelto di cambiare strategia. E’ infatti consapevole che se vince in Iowa, tutta la partita futura sara’ in discesa.

 Lo pensa anche il New York Times, che titola: ”Romney si sposta in Iowa, dove gioca per vincere rapidamente”. Tre anni fa, nello stato arrivo’ secondo, dietro solo al popolare pastore-star televisivo, Mike Huckabee. Ora Huckabee non c’e’ piu’ e Romney sa che la vittoria e’ a sua portata. Intanto, il resto dal campo repubblicano continua a deliziare i media con nuove imbarazzanti performance.

 Se con Obama lo slogan era ”Yes we can”, oggi, tra i candidati del Grand Old Party lo slogan sembra essere ”Yes we cry” (sì, possiamo piangere). Prima le gaffe in tv e gli scandali a sfondo sessuale. Poi si è passati ai piagnistei. Nell’ennesimo dibattito televisivo, stavolta proprio nello Iowa, il confronto s’e’ arricchito di nuove ”perle”. Dopo aver parlato per mesi di economia,  hanno tenuto banco i valori della famiglia. Padrone di casa un gruppo cristiano ultra-tradizionalista potentissimo nello Iowa, il National Organization for Marriage and the Family Leader, in prima linea contro le nozze gay e l’aborto.

 Assente Romney e John Huntsman, perche’ mormoni, a turno, prima il duro Newt Gingrich, poi il nero Herman Cain, infine Rick Santorum, si sono emozionati, ricordando le loro vicende umane piu’ tristi. Gingrich ha avuto i lucciconi, ricordando i suoi errori del passato, tra divorzi, alcolismo, ed eccessi vari. Cain ha espresso il suo ringraziamento alla moglie che gli e’ stato accanto aiutandolo a battere un cancro al colon. Poi e’ crollato in lacrime, mentre ammetteva il rimorso di non aver passato abbastanza tempo con i suoi figli.

 Infine, lacrime anche da Rick Santorum, che ha raccontato di una brutta esperienza legata a una grave malattia che ha colpito uno dei suoi tanti figli. Insomma, alla fine della serata, sembrava essere passati dalla rabbia del Tea Party, ai pianti del ”Tears Party”, il partito delle lacrime.

 

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