X

Usa. James Comey, ex capo Fbi: “Mosca ha interferito sul voto. Trump ha mentito su di me”

di Lorenzo Briotti |8 Giugno 2017 19:54

WASHINGTON – “Non c’è alcun dubbio che la Russia abbia interferito nelle elezioni americane”. A dirlo è l’ex capo dell’Fbi, James Comey, testimoniando al Senato americano in un’audizione che potrebbe essere critica per il presidente Donald Trump. “Ma ho fiducia che nessun voto sia stato alterato”, ha aggiunto Comey, che è stato rimosso di recente dal suo incarico dall’attuale inquilino della Casa Bianca con l’accusa di aver gestito male la vicenda delle email di Hillary Clinton.

“C’è stato uno sforzo massiccio da parte di Mosca di colpire le elezioni presidenziali americane – ha detto Comey – e l’Fbi seppe dei tentativi di hackeraggio da parte dei russi alla fine del 2015″. Ad essere colpiti – ha spiegato l’ex numero uno dell’Fbi – centinaia di obiettivi, di entità nel tentativo di compromettere il processo elettorale”. “L’amministrazione Obama cercò quindi di fare di tutto per contrastare questi cyberattacchi”.

“Non sta a me dire se c’è stata ostruzione alla giustizia” da parte del presidente Donald Trump, ha poi detto Comey, che, rispondendo a una domanda, non ha detto che Trump o un altro membro della sua amministrazione gli abbia chiesto di interrompere l’indagine sul Russiagate: Comey ha precisato che Donald Trump non gli ordinò esplicitamente di lasciar cadere le indagini sull’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn ma che egli interpretò le sue parole come una disposizione, nel senso che “voleva che lasciassi cadere l’inchiesta su di lui”. Quanto allo stesso Trump, Comey ha precisato che ”non era sotto indagine quando io era direttore dell’Fbi”.

Ma poi ha colpito: l’amministrazione Trump – ha dichiarato Comey – ha scelto di “diffamare me e l’Fbi, e ha mentito su di me e sull’Fbi. L’Fbi è e sarà sempre indipendente”. ha proseguito l’uomo scelto da Obama per dirigere il ‘Bureau’, secondo cui “le ambigue spiegazioni per il mio licenziamento (da parte di Trump) mi hanno confuso, visto che fino ad allora mi era stato ripetuto che stavo facendo un gran lavoro”.

Il presidente Trump da parte sua ha reagito preventivamente alle deposizioni di Comey in Senato e sulla base delle indiscrezioni filtrate contesta la sua presunta “richiesta di lealtà” addotta da Comey e di aver chiesto all’allora capo Fbi di lasciar cadere l’indagine su Michael Flynn, l’ex consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate.

Comey ha parlato anche dello scandalo delle e-mail che rischiò di travolgere Hillary Clinton durante la campagna presidenziale, dicendosi convinto di avere gestito al meglio la vicenda. La mia decisione “ha causato molto dolore personale, ma guardando indietro credo sia stato il modo migliore per proteggere la giustizia e l’Fbi”, ha detto l’ex direttore dell’agenzia. Secondo la Clinton, fu proprio la gestione del cosiddetto emailgate da parte di Comey a costarle la presidenza.

Durante l’audizione, Comey è apparso stanco. Quanto detto da Comey è stato trasmesso in diretta da tutti i principali media Usa e guardato dalla gente anche nei bar e nei caffè. Decine di persone si sono messe in fila e per questo, quanto accaduto oggi è stato ribattezzato il “superbowl di Washington”.

LA REAZIONE DEL PRESIDENTE – Donald Trump contesta le ricostruzioni dell’ex direttore dell’Fbi. In particolare,  contesta la richiesta di lealtà e di lasciar andare l’indagine su Michael Flynn, l’ex consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate. Secondo indiscrezioni raccolte dalla ABC, Trump “nega recisamente” di aver chiesto a Comey lealtà e di avergli chiesto di lasciar perdere le indagini su Flynn.

 

Scelti per te