Gli Usa verso il voto di midterm. Il lavoro che manca preoccupa più del terrorismo

Barack Obama

La disoccupazione e l’economia che stenta a riprendersi potrebbero incidere più della paura del terrorismo e la minaccia di Al Qaeda sul voto di midterm degli americani. Anche l’allarme lanciato dal Dipartimento di Stato qualche giorno fa ai turisti americani che si recano in Europa non ha provocato negli States lo stesso clamore che ha avuto nel vecchio continente.

Intanto, ogni giorno che passa, la sfida del 2 novembre si fa più appassionante. Dopo mesi di crollo costante, i democratici restano sotto, ma almeno sembrano essere rientrati in partita. Secondo un sondaggio del Washington Post-Abc, il partito di Obama è riuscito a dimezzare nell’ultimo mese il divario che ancora lo separa dai repubblicani.

Un mese fa, il Grand Old Party si attestava al 53% e i democratici erano fermi al 40%. Oggi siamo invece 49% a 43%. Inoltre, ora il 31% è convinto che l’economia stia migliorando. Si tratta ancora di una netta minoranza, ma è il 7% in più rispetto al mese scorso e il dato di alto da quando è scoppiata la crisi. In calo anche la popolarità del Tea Party. Un mese fa il 30% degli americani era pronto a votarlo, oggi siamo al 18%. Ma le buone notizie per Obama finiscono qui. I repubblicani continuano a essere favoriti da un sentimento popolare di insoddisfazione su come stanno andando le cose.

Il 68% degli americani esprime rabbia per la politica di Washington. In questo clima di frustrazione, gli avversari del Presidente appaiono infatti molto piu’ motivati dei suoi sostenitori. Il sondaggio indica che tre quarti dei repubblicani ritengono che questo voto sia il più importante appuntamento elettorale della loro vita. Molto più disincantati i democratici: solo una meta’ di loro definisce ”una brutta cosa”, l’eventuale sconfitta del loro partito.

A tener banco sono le gravi condizioni dell’economia, la situazione dei conti pubblici e l’emergenza disoccupazione. Le misure economiche anti-crisi adottate da questa amministrazione restano al centro delle critiche di tantissimi elettori americani: nove repubblicani su dieci e i tre quarti degli elettori indipendenti ritengono che il denaro speso dal governo per rilanciare l’economia sia stato sciupato. E solo 4 democratici su 10 appoggiano le scelte di Obama. Anche la riforma sanitaria, fortemente voluta dalla Casa Bianca, non gode di tanta popolarità: solo il 47% l’ approva, il 48% è contrario. E il 53% degli indipendenti boccia la riforma.

Nel frattempo, la campagna elettorale riserva qualche curiosita’, a destra come a sinistra. Diversi candidati del Tea Party, spesso alle prime armi, terrorizzati dal rischio di inciampare in qualche gaffe, hanno deciso di limitare al minimo la loro presenza a dibattiti pubblici, negandosi perfino alla stampa, eccezion fatta per i giornalisti ‘amici’ della Fox. Sul fronte democratico, invece, c’e’ chi, pur di essere rieletto ha scelto di sorvolare sulla propria storia politica. Per loro ‘democratico’ è diventata una parolaccia da non usare, cosi’ evitano di citare Barack Obama, e la Speaker Nancy Pelosi. Infine, un dato che viene dato quasi per certo: per la prima volta da trent’anni a questa parte il numero delle donne elette al Congresso subirà una grande flessione.

Gestione cookie