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Usa, Obama sullo Stato dell’Unione: “L’America deve tornare a sognare come ai tempi dei Kennedy”

di Maria Elena Perrero |26 Gennaio 2011 8:46

Barack Obama

WASHINGTON – Come ai tempi dei Kennedy, l’America deve tornare a sognare se vuole di nuovo essere la prima nel mondo. E’ questo, in sintesi, il messaggio che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha lanciato nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, chiedendo agli americani di unirsi per vincere le sfide del futuro, tecnologiche e energetiche, per ricreare il sogno americano.

Obama, di fronte alla Camere riunite e seguito da almeno 50 milioni di telespettatori, ha citato espressamente Robert Kennedy, che sarebbe verosimilmente diventato presidente se non fosse stato assassinato nel 1968 a Los Angeles, subito dopo aver vinto le primarie democratiche.”Come ci ha insegnato Robert Kennedy, il futuro non è un regalo, è una conquista”, ha detto il presidente degli Stati Uniti, che ha parlato per oltre un’ora. E, ”Per appoggiare il sogno americano – ha aggiunto Obama – non basta lo status quo. Per ogni generazione c’è voluto il sacrificio, la lotta e la riposta alle richieste di una nuova era. E ora tocca a voi”.

Non ha citato direttamente il presidente John Kennedy, ma Obama ha evocato con enfasi l’avventura spaziale per la quale il presidente assassinato nel 1963 è stato determinante. ”E’ giunto il momento Sputnik per la nostra generazione”, ha chiosato l’inquilino della Casa Bianca, ricordando che superati in prima battuta dai sovietici, gli americani sono stati i primi a sbarcare sulla Luna nel 1969. L’analogia usata nel discorso non è ovviamente casuale: fu Jfk, il presidente più amato dagli americani, ad ipotizzare l’uomo sulla luna entro il 1970, cioè l’impossibile promessa, il sogno inaccessibile che i suoi successori furono poi in grado di realizzare.

”Mezzo secolo fa, quando i Sovietici ci superarono con il lancio di un satellite di nome Sputnik – ha spiegato Obama – non avevamo la più pallida idea che li avremmo battuti sulla luna. Le conoscenze scientifiche non c’erano e la Nasa neppure esisteva. Ma dopo aver investito in ricerca e istruzione – ha proseguito il presidente – non solo abbiamo superato i sovietici ma abbiamo lanciato un’onda di innovazione che ha creato nuove industrie e milioni di nuovi posti di lavoro”.

Obama ha anche affrontato temi di politica estera, preannunciando la sconfitta di al Qaida, rallegrandosi per il fronte internazionale contro il nucleare iraniano, e confermando l’appoggio ai tunisini che si battono per la democrazia. ”Gli Stati Uniti d’America stanno accanto al popolo della Tunisia, e appoggiano le aspirazioni democratiche di tutti i popoli”, ha detto il presidente. E ad Al Qaida, ha spiegato con enfasi l’inquilino della Casa Bianca tra gli applausi ”abbiamo inviato un messaggio che spazia dalla frontiera afghana alla Penisola Arabica, attraverso tutte le aree del globo: non lasceremo perdere, non vacilleremo e vi sconfiggeremo”.

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