Usa. Democratici liberal temono che Hillary sarebbe troppo moderata come Obama

Hillary Clinton
Hillary Clinton

USA, WASHINGTON – Delusi da Barack Obama e dalla sua agenda, a loro giudizio troppo moderata e prudente, tentano di incalzare la candidata democratica alla Casa Bianca ‘in pectore’, Hillary Clinton, sperando che la sua futura piattaforma programmatica non sia troppo ‘centrista’: dall’economia all’immigrazione, dall’ambiente all’energia. Sono i militanti dell’area liberal, quella piu’ progressista, del partito democratico. Per loro – molti dei quali vedono nel sindaco di New York Bill de Blasio il futuro della sinistra americana – il rischio e’ che Hillary sia troppo simile a Barack.

E soprattutto troppo vicina a Wall Street e ai poteri forti del mondo della finanza. Cosi’ – come sottolinea il Wall Street Journal – attendendo che l’ex First Lady decida se correre o meno per la Casa Bianca, tantissimi progressisti chiedono che qualunque sia il candidato democratico alla nomination non dimentichi quelle tematiche che contraddistinguono la sinistra rispetto alla destra repubblicana. In particolare si spera che Hillary – che se dovesse decidere la sua candidatura non ha rivali, come dimostrano i sondaggi – non si faccia ingabbiare.

”Puntiamo a un dibattito reale sulle condizioni materiali dei cittadini americani, piu’ che sulle esigenze di Wall Street”, ha detto Ilya Sheyman, direttore esecutivo di MoveOn, un’associazione ‘liberal’ con otto milioni di iscritti. “Ogni candidato, compresa Hillary Clinton – aggiunge – dovra’ rispondere a tutta una serie di problemi e spiegare come risolverli”. Si chiede dunque innanzitutto alla Clinton di venire finalmente allo scoperto e dire cosa vuole fare, quali sono i suoi orientamenti su questioni delicatissime come l’immigrazione e il futuro energetico del Paese.

Tanti democratici, ma non solo, temono che la discesa in campo di Hillary di fatto possa ridurre l’entusiasmo degli elettori. Elettori che di fronte a una candidata senza avversari nel suo partito – e dunque in assenza di una gara vera – potrebbero mostrarsi passivi nel corso della campagna elettorale. E il rischio e’ che, nei lunghi mesi segnati dalle primarie, la lotta all’ultimo sangue all’interno del partito repubblicano per il potenziale successore a Obama possa rubare attenzione, spazio e, in ultima analisi, denaro.

Intanto Obama ha chiamato al governo, come ministro della Casa e dello Sviluppo urbanistico, Julian Castro, 39 anni, sindaco di San Antonio, California, ed astro nascente del partito democratico. E in molti leggono la scelta del presidente come un viatico per la futura scalata di Castro, che secondo alcuni osservatori nel 2016 potrebbe anche essere il candidato alla vicepresidenza nel ticket con Hillary Clinton. Strizzando l’occhio all’elettorato ‘latinos’ che non potrebbe che vedere di buon occhio la discesa in campo di un giovane politico di origine messicana.

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