Usa, riforma sanitaria: senato approva il dibattitto a suon di milioni di dollari

E’ una prassi abbastanza consolidata al Congresso di Washington che deputati e senatori, in cambio dei loro voti, estraggano a volte dai rispettivi partiti finanziamenti, diciamo così, ”eccezionali”, per le loro consituencies, i loro stati o distretti elettorali: i fondi vengono poi utilizzati legittimamente per costruire ponti, strade, stabilimenti e infrastrutture varie che naturalmente vanno alla maggior gloria del Congressman che li ha ottenuti il quale così si assicura la rielezione.

Un esempio illuminante di questa prassi la si è avuta in occasione del voto con cui il Senato sabato scorso ha approvato il dibattito sulla riforma sanitaria voluta dal presidente Barack Obama. Il risultato era sul filo del rasoio: i democratici potevano in teoria contare su 60 voti, un’ampia maggioranza rispetto ai 40 voti dei repubblicani, contrari alla riforma. Ma tra le file democratiche c’erano senatori conservatori che tentennavano e la maggioranza non era assicurata: bastava che un democratico votasse no e l’intera faccenda saltava in aria.

Come si è riusciti a tenere compatto il gruppo democratico? Una delle senatrici che poteva bloccare tutto era Mary Landrieu, della Louisiana, che si è convinta a non disertare dopo aver ricevuto l’assicurazione dallo speaker democratico del senato che per il suo stato sarebbero stati erogati finanziamenti federali”eccezionali” di 300 milioni di dollari (oltre 200 milioni di euro). E la senatrice ha chiarito, pubblicamente in aula, che a quei denari se ne aggiungeranno altri durante il dibattito sulla riforma, che non è ancora chiaro come si concluderà

”Sistemata”la senatrice Landrieu, restava l’incognita di un’altra ”wavering”, tentennante, a terrorizzare la compagine democratica, la senatrice Blanche Lincoln dell’Arkansas. Con una richiesta che ha lasciato inorriditi i suoi colleghi dipartito, la senatrice ha bloccato i lavori del senato per 72 ore affermando che doveva studiare meglio le migliaia di pagine del disegno di legge sulla riforma sanitaria, per poi decidere. Alla fine ha votato sì, ma non prima di precisare, anche lei pubblicamente in aula, che durante il dibattito avrà ben altre richieste, verosimilmente fondi per l’Arkansas.

Altri deputati e senatori stanno affilando le armi, tanto che, scrive il Washington Post, ”quando la vicenda della riforma sarà terminata, i 300 milioni dati alla senatrice Landrieu sembreranno un affare”. Il dibattito, prima al Senato e poi alla Camera dei Rappresentanti, comincerà il mese prossimo. Perchè Obama possa promulgare la riforma, essa dovra’ essere approvata da entrambe le camere.

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