Spie arrestate, Russia contro Usa: “Vogliamo spiegazioni, 007 non hanno fatto nulla”

Barack Obama e Dmitri Medvedev

L’arresto degli 007 russi da parte degli Usa ha fatto irritare il Cremlino, proprio quando le relazioni tra i due Paesi erano al restart. Mosca vuole spiegazioni per i suoi uomini presi in custodia, perché finora gli Usa hanno dato solo indicazioni definite contraddittorie. Dopo mezza giornata di silenzio però il premier russo Vladimir Putin è intervenuto esprimendo la speranza che la vicenda non comprometta i rapporti bilaterali. Gli Stati Uniti però no temono che il reset venga intaccato: ”Pensiamo di avere fatto significativi progressi negli ultimi 18 mesi, da quando abbiamo cercato di avere un rapporto diverso con la Russia”, ha detto il portavoce del Dipartimento di stato Usa, Philip Gordon. ”Pensiamo di avere ottenuto risultati concreti”, ha detto il portavoce, aggiungendo che questo nuovo processo di cooperazione andra’ avanti nonostante la vicenda delle spie. Anche la Casa Bianca, tramite il portavoce Robert Gibbs, ha ribadito il concetto.

Parlando con l’ex presidente americano Bill Clinton nella sua residenza di Novo Ogarnoyo, alle porte di Mosca, Putin ha detto: «Là a casa sua la polizia è fuori controllo, sta gettando gente in prigione». Poi ha aggiunto: «Spero che tutti i passi avanti fatti nei nostri rapporti (bilaterali) non vengano danneggiati dai recenti eventi e speriamo fortemente che coloro che tengono ai buoni rapporti lo capiscano».

Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha sottolineato che «il momento dello scandalo spionistico è stato scelto con un’eleganza speciale, a noi non hanno chiarito nulla, spero che chiariranno». Poi in un comunicato il  ministero ha precisato che «si tratta di cittadini russi che non hanno agito contro gli interessi americani e che  si sono trovati sul territorio americano in tempi differenti», chiedendo che gli arrestati possano incontrare avvocati e diplomatici negli Usa.

«Non ci sono chiari i motivi che hanno spinto il ministero della giustizia Usa ad esibirsi con dichiarazioni pubbliche fatte nello spirito di passioni spionistiche dei tempi della guerra fredda», ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri russo Andrei Nesterenko, definendo gli arresti «privi di fondamento» e «indecenti». «Esibizioni di tale genere si sono verificate anche in passato, quando i nostri rapporti tendevano a miglioravano», ha proseguito.

Lunedì l’Fbi ha messo le manette a dieci 007 di Mosca, otto delle quali, secondo gli Stati uniti ”avevano da molto tempo incarichi ‘deep cover”’ per conto del Cremlino mentre due facevano parte del programma di intelligence russo.  Gli arresti sono stati effettuati a Montclair, in New Jersey, Yonkers, nello stato di New York e Arlington, in Virginia dopo indagini lunghe anni.

Secondo l’Fbi tra gli obiettivi dati agli agenti dai loro capi a Mosca c’era quello di acquisire informazioni in molti campi: dai programmi del Pentagono sulle bombe ad alta penetrazione ai criteri di selezione dei nuovi agenti della Cia. Tra le frasi in codice usate dalle spie:  «Ma non ci siamo incontrati l’anno scorso in aprile in Thailandia?». La risposta attesa: «Non era aprile ma piuttosto il mese di maggio».

Comments are closed.

Gestione cookie