Usa, trans nelle forze armate si può: giudice contro il divieto di Trump

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Militari Usa (foto Ansa)

WASHINGTON – Trump non potrà impedire ai transessuali di servire nelle Forze Armate. Lo ha deciso Collenn Kollar-Kotelly, un giudice federale di Washington, secondo cui il presidente non potrà annullare una norma voluta da Barack Obama nel 2016 che consentiva appunto ai transgender di prestare apertamente il servizio militare.

Nei mesi scorsi il presidente Usa aveva annunciato l’intenzione di tornare ad una politica anteriore al 2016 che aveva la facoltà di congedare i militari dichiaratisi trans.

A fine luglio, Trump aveva annunciato la propria intenzione di cancellare l’attuale politica sui transessuali nell’esercito. La decisione della giudice distrettuale Colleen Kollar-Kotelly si è però messa di traverso bloccando, temporaneamente, le intenzioni presidenziali.

Il giudice ha spiegato che i militari che hanno presentato ricorso contro il progetto di riforma di Trump hanno alte possibilità di vincere nell’esame di merito, anche se al momento il magistrato non ha accolta la richiesta dei ricorrenti di sbloccare i fondi del Pentagono sul cambio di sesso.

In servizio alle forze armate statunitensi, ci sarebbero al momento circa 150mila transgender. L’esercito avrebbe coperto i costi medici della transizione per le persone già in servizio e le nuove reclute sarebbero state ammesse 18 mesi dopo la fine della loro transizione. Secondo uno studio, le transizioni costerebbero tra i 2 e i 4 milioni di dollari all’anno. la priorità di Trump è di azzerare questa cifra, una goccia nel mare rispetto ai 6 miliardi di dollari annuali di spese mediche sostenute dal Pentagonoper i membri attivi delle forze armate.

Per fermare quanto deciso da Obama, il Pentagono ha recentemente creato una “Commissione di esperti, interni al dipartimento della Difesa e della Sicurezza interna” per fornire consigli e raccomandazioni sull’attuazione dell’ordine del presidente, che ha dato tempo al capo del Pentagono fino al 21 febbraio per presentare un piano.

La decisione del tribunale di Washington dà ragione ad una causa contro l’amministrazione intentata da alcune associazione di difesa della comunità Lgbt, tra cui Glaad (Gay & Lesbian Alliance Against Defamation) e il National Center for Lesbian Rights.

“E’ una decisione enormemente importante”, ha commentato Jennifer Levi, avvocato che rappresenta questi gruppi, la quale ha però sottolineato che ci si attende un ricorso in appello da parte dell’amministrazione Trump. “Siamo estremamente sollevati per i militari transessuali – ha esultato anche Shannon Minter, legale del National Center for Lesbian Rights -. Le loro vite sono state devastate da quando Trump per la prima volta ha twittato di voler reintrodurre il bando. Ora saranno liberi di prestare servizio come tutti gli altri”.

Per ora la Casa Bianca non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Durante il consueto briefing con la stampa, la portavoce Sarah Huckabee Sanders si è limitata a dire che si tratta di una decisione appena annunciata e che è all’esame del dipartimento di Giustizia.

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