Alta tensione tra Washington e Mosca per russi coinvolti in caso Magnitsky

Serghei Magnitsky

MOSCA, RUSSIA – Alta tensione tra Washington e Mosca per via di una decisione del Congresso americano che, nel porre fine alle restrizioni commerciali nei confronti della Russia, ha pero’ dato l’atteso via libera a dure sanzioni verso alcuni cittadini russi che si sospetta siano coinvolti nel caso di Serghei Magnitsky, l’avvocato attivista del movimento per le liberta’ civili in Russia morto nel 2009 dopo essere stato arrestato dalla polizia e  divenuto simbolo della lotta per i diritti umani in quel Paese.

La reazione del Cremlino al ‘Magnitsky Act’ non si e’ fatta attendere, col ministero degli esteri russo che ha definito la vicenda come un ”teatro dell’assurdo” che minaccia di compromettere le relazioni bilaterali tra i due Paesi. Mosca parla quindi di ”pretesti inventati per imporre sanzioni finanziarie e legate ai visti contro alcuni cittadini russi”.

Una situazione – spiega – che destabilizza quei rapporti che in questi ultimi anni erano stati ampliati e rafforzati grazie anche agli sforzi e alla politica portata avanti dal presidente americano, Barack Obama. Il quale  pero’ ha sempre battuto sul nodo dei diritti e delle liberta’ civili, e sui passi in avanti che la Russia dovrebbe compiere su questo fronte.

La legge approvata dal Senato Usa per entrare in vigore dovra’ ora essere promulgata proprio dal presidente americano. Contiene una lista di nomi – ribattezzata ‘lista Magnitsky’ – di funzionari e uomini di affari russi che le autorita’ statunitensi ritengono direttamente coinvolte nella morte dell’avvocato russo e nell’insabbiamento del caso: persone a cui sara’ vietato recarsi negli Usa e a cui saranno congelati eventuali beni e averi detenuti negli Stati Uniti.

”Si tratta di un chiaro segnale che vogliamo inviare a Vladimir Putin e alla cleptocrazia russa, per avvertirli che questo tipo di violazioni dei diritti dell’uomo non saranno mai tollerati”, ha affermato l’ex candidato repubblicano alla Casa Bianca, il senatore John McCain, commentando il voto quasi unanime del Senato.

Intanto a Mosca si pensa ad una ritorsione. Il presidente della commissione esteri della Duma, Alexei Pushkov, infatti, ha detto ai giornalisti che il Parlamento russo lavorera’ per varare una legge in risposta al ‘Magnitsky Act’ americano, con misure che limitino l’ingresso in Russia a cittadini stranieri coinvolti in gravi violazioni nei confronti di cittadini russi all’estero.

Ma si pensa anche al blocco di conti in banche russe o in loro filiali estere ”penalizzando quei cittadini statunitensi – ha affermato Pushkov – che hanno partecipato a massicce violazioni dei diritti umani in Afghanistan, Iraq, Libia, o nella lotta al terrorismo”. Insomma, alla ‘lista Magnitsky’ potrebbe contrapporsi una ‘lista Guantanamo’.

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