WASHINGTON – Funzionari del Pentagono hanno rivelato al Daily Beast la possibilità di una guerra aerea in Siria, dopo che Mosca ha lasciato intendere un possibile attacco agli stessi aerei americani. “In Siria, stiamo prendendo in considerazione nuove misure di sicurezza”, ha riferito la portavoce del Pentagono, Dana White. “In base alla situazione, scegliamo sempre le misure più adeguate e, inoltre, ci riserviamo il diritto di difendere noi stessi e i partner della coalizione”.
La scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno abbattuto un jet delle forze siriane, di fatto alleate con la Russia, e ciò ha spinto Mosca a dichiarare che la “distruzione di un velivolo da parte dell’aviazione americana in quello che è lo spazio aereo siriano è una cinica violazione di sovranità e un atto di aggressione contro la Repubblica Araba Siriana”.
Alcuni funzionari statunitensi hanno risposto con studiata indifferenza: “Continueremo a sostenere i partner alleati e le forze di coalizione a terra” ha riferito da Baghdad il portavoce della coalizione, il Colonnello Ryan Dillon. Un ex funzionario di spicco della Difesa ha aggiunto che l’esercito degli Stati Uniti dovrebbe dire pubblicamente che si riserva il diritto di volare in qualsiasi punto della Siria.
Le prossime azioni da parte degli Stati Uniti determineranno se il fiume Eufrate stia diventando de facto un confine tra le operazioni di volo russe e statunitensi. Al momento gli Stati Uniti stanno utilizzando dei droni in aree pattugliate dai rifornimenti russi, per evitare morti qualora i russi o i siriani decidessero di sparare. “Dal momento che sono sprovvisti di equipaggio, i droni possono ridurre il rischio. In generale, possono volare in modo tale che non venga scambiato per una provocazione” ha dichiarato l’ex ufficiale.
Le ultime tensioni tra Russia e Usa sono nate la scorsa settimana: le forze armate americane hanno riferito che gli alleati siriani, le Forze Democratiche Siriane (FDS), sono stati attaccati dall’aviazione di Bashar al Assad a sud di Tabqah; gli aerei da guerra Usa sono stati impegnati in quella che il Comando centrale americano ha definito una “dimostrazione” affinché l’assalto terminasse.
Secondo una dichiarazione del Centcom, i funzionari americani hanno contattato gli interlocutori russi per convincerli a fermarsi ad Assad. Ma due ore dopo l’impegno iniziale, un SU-22 siriano ha attaccato nuovamente le forze degli Stati Uniti. Ja’Din, città vicino a Taqbah, è a soli due chilometri a nord da quella che il Centcom definisce “zona di conflitto regionale”.
La White ha riferito l’interessamento da parte degli Usa ad un canale “deconflittuale”: “Quando si è trattato di mitigare situazioni a terra, i russi sono stati molto collaborativi. Non posso dire, però, ciò che i russi faranno o hanno intenzione di fare, dal momento che non c’è stata alcuna notifica ufficiale di cambiamento rispetto alle operazioni militari russe”; anche Dillon ha dichiarato che gli Usa “sono stati e saranno sempre disponibili a porre fine al conflitto con la Russia”. Gli ufficiali russi a Washington, invece, hanno preferito non rilasciare commenti.
Il Centom degli Usa ha riferito che un jet siriano ha fatto fuoco sugli alleati delle Forze Siriane Democratiche a sud della città di Tabqah, in Siria. Secondo la dichiarazione, l’arma statunitense avrebbe chiesto alla Russia, tramite la linea di deconflittualità, di avvertire le forze pro-regime affinché fermassero l’attacco. Il ministro della Difesa russo ha dichiarato che, prima di sparare all’aereo siriano, gli Stati Uniti non avrebbero usato la linea di deconflittualità con la Russia.
Come spiegato nella dichiarazione del Ministero della Difesa russo, il 18 giugno 2017, l’aereo americano F-18A, appartenente alla coalizione internazionale, ha abbattuto il velivolo SU-22 dell’Air Force siriana, che stava svolgendo una missione di combattimento a sostegno delle truppe governative, sul luogo per condurre un’offensiva contro alcuni terroristi dell’Isis. Come risultato dell’attacco, l’aereo siriano è stato distrutto. Non si conoscono le condizioni del pilota, sbalzato fuori in un’area non controllata dall’Isis.
La Russia considera l’azione Usa come un fallimento internazionale; dal 19 giugno 2017, il Ministero della Difesa russo ha interrotto la coperazione con la parte americana sul protocollo riguardante la prevenzione di incidenti in Siria e chiesto chiarimenti .
Nelle missioni di combattimento dell’aviazione russa nello spazio aereo della Siria, tutti i tipi di veicoli aerei, tra cui aeromobili e UAV della coalizione internazionale individuati a ovest del fiume Eufrate, saranno individuati dai sistemi russi SAM come bersagli aerei.