Usa, William Daley. Mano nuova alla Casa Bianca, più di un alter ego per Obama

William Daley col presidente Obama

Dicono di lui:  ”E un organizzatore che non vuole sentire scuse, e questo vuol dire che non solo fa arrivare i treni in orario, ma li fa arrivare anche prima del previsto”. E’ il  nuovo capo di gabinetto della Casa Bianca, William Daley, proveniente da una famosa dinastia politica di Chicago (il padre Richard è stato a lungo il leggendario sindaco della città).

Avvocato, dirigente industriale, stratega elettorale, Daley – scrive il New York Times – porterà alla Casa Bianca il suo occhio critico e il suo senso di disciplina, che molti democratici scontenti del funzionamento dell’amministrazione del presidente Barack Obama, auspicano da tempo. Brusco ma dotato di fascino, è un ottimo negoziatore, però meno aggressivo del padre Richard e del suo predecessore Rahm Emanuel.

”E’ un duro, ma non  un bullo”, ha detto di Daley l’ex-vice-presidente Walter Mondale, che si avvalse di lui quando si presentò candidato alla Casa Bianca nel 1984. Secondo gli osservatori, il nuovo chief of staff non intende ”rifare” la Casa Bianca, ma almeno nei primi tempi si muoverà con cautela. ”Non gli piace fare le cose in fretta”, ha dichiarato Tom Daschle, ex-lerader democratico del Senato di Washington.

E’ anche vero però che Daley è stato spesso apertamente critico riguardo a certe decisioni dell’amministrazione Obama, e non se ne starà certo con le mani in mano prima di raddrizzare le principali cose che non gli vanno a genio. Ci si aspettano cambiamenti significativi nella sostanza e nella forma. ”Daley sarà il volto dell’amministrazione, all’occorrenza sostituendo Obama negli incontri e alla televisione”, prevede David Axelrod, uno dei più ascoltati consiglieri del presidente.

E’ stato scritto sui media americani che Obama voleva Daley – che ha lasciato il posto di alto dirigente alla JPMorgan Chase – per rafforzare i legami col mondo degli affari. Non glieli ha invece rafforzati con certi democratici, ai quali ha detto che devono ”spostarsi al centro”, ed ai quali non sono piaciute le sue dichiarazioni secondo cui Obama ”ha fatto un errore di calcolo con la riforma sanitaria”. Ma chi lo conosce afferma che Daley è molto più un pragmatico che un ideologo.

A Chicago, dove il nuovo chief of staff, 62 anni, è familiarmente chiamato Billy, è considerato ”il cervello della famiglia Daley” per il suo acume politico. Nel 1983, quando il fratello, Richard come il padre, fu sonoramente sconfitto nella campagna per la carica di sindaco, Daley si rese conto che la famiglia non poteva avere successo in politica affidandosi solo alla fama del suo nome ed ai suoi contatti. Affidò la campagna del 1989 al “mago” David Axelrod e Richard divenne sindaco di Chicago e lo è ancora: ha già annunciato che lascerà alla scadenza di maggio 2011, superando, con 22 anni in carica, il record del padre.

Daley ha sostenuto la campagna elettorale di Obama, ma i due non sono mai stati amici intimi. Daley è più vicino al vice-presidente Joseph Biden ed ha collaborato con lui quando cercò inutilmente di ottenere la nomination democratica per la Casa Bianca.

Ma come capo di gabinetto Daley terrà d’occhio la campagna per la rielezione di Obama ed iniziative governative, aiutando inoltre il presidente a formare nuove alleanze al Congresso politicamente diviso, con i repubblicani che hanno la maggioranza alla Camera e i democratici al Senato.

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